Twitter se ne fregava dei problemi, interessata com’era al profitto. Lo ha affermato Peiter Zatko, ex responsabile della sicurezza del social dell’Uccellino Blu, davanti alla commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti d’America. Le falle sono tante e tali che, per Zatko, “questa società estremamente influente era dieci anni indietro”. Questo problema sulla sicurezza avrebbe creato “seri danni” agli utenti e dunque alla popolazione. Lui, nel suo ruolo, aveva presentato i problemi ai suoi superiori che se ne sarebbero usciti con una scrollata di spalle. Per Zatko era “difficile far capire qualcosa a qualcuno se il suo stipendio dipende dal non capire quella cosa”. Insomma, problemi istituzionalizzati. A discapito degli utenti.
“Uno dei problemi – ha aggiunto Zatko -, è che Twitter non comprende i dati che raccoglie, né perché li raccolga”. Inoltre, a onta di quanto sbandierato ovunque, la società non faceva granché per evitare che agenti stranieri si intrufolassero nelle sue fila aumentando, a dismisura, la loro influenza sul pubblico sterminato del social. “Potrebbero avere almeno un agente cinese a libro paga”, ha tuonato Zatko.
Intanto prosegue la penosa querelle tra Elon Musk e gli azionisti di Twitter, a proposito di avidità e profitto a tutti i costi. Che ieri hanno approvato l’offerta del magnate solo per il gusto di inchiodarlo alle sue responsabilità. Musk, da parte sua, s’era esposto per niente meno che 44 miliardi di dollari e solo per acquistare uno “sfizio”. Il patron Tesla, dunque, tenta ancora di sfilarsi e le dichiarazioni di Zatko possono dargli il destro per esercitare quelli che ritiene essere i suoi diritti. Twitter sembrava una fiammante Ferrari ma dal punto di vista tecnico si sarebbe rivelata una caffettiera borbottante. Che però fattura milioni su milioni, influenza il dibattito e “sceglie” chi può essere in piazza e chi invece deve starsene in silenzio.