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Zero informazioni per i risparmiatori, le accuse di Elio Lannutti (Adusbef)

Prospetti informativi. Consigli per gli acquisti. Oggi “scopriamo” che i quattro istituti di credito finiti in crac vendevano titoli “taroccati” alla ignara clientela, composta, oltre che dalla solita platea si sottoscrittori “istituzionali”, soprattutto da piccoli risparmiatori piombati nella più totale disperazione per aver perso quello che avevano messo da parte dopo una vita di lavoro

Sorgono spontanei alcuni interrogativi. Sono stati adeguatamente informati dei “rischi” i clienti dalle banche? Venivano fornite le opportune spiegazioni? I “prospetti informativi” rispettavano le regole di trasparenza? Tutto quanto viene scritto in caratteri praticamente illeggibili dalle stesse banche, è “legale”, o almeno “regolare”?
Su questi misteri chiediamo lumi all’ex senatore Elio Lannutti, presidente e storico fondatore di Adusbef, la sigla nata per tutelare gli utenti dei servizi bancari e assicurativi. Tra l’altro Lannutti è autore di un “must” sul versante della denuncia di fatti e misfatti creditizi: “Bankster – Peggio di Al Capone i vampiri di Wall street e di piazza affari”, che già cinque anni fa (il volume è uscito a maggio 2010) accendeva i riflettori sui moloch della finanza, e in particolare proprio su quegli organismi di vigilanza e controllo che spesso e volentieri “fingono” di fare il loro mestiere, come Bankitalia e Consob.

“Negli ultimi anni la situazione è addirittura peggiorata, proprio per quanto riguarda l’informazione garantita ai cittadini-risparmiatori che sottoscrivevano obbligazioni bancarie. Da quando sono cominciati a circolare i cosiddetti ‘Bond da banco’ allegramente somministrati dagli istituti ai loro clienti”.
“E’ stato proprio l’attuale vertice della Consob, Vegas, a eliminare quel prospetto informativo che almeno consentiva di districarsi fra i rischi che si potevano correre”.
“Alla Consob, infatti, è stato letteralmente smantellato l’ufficio ‘Analisi quantitative’ incaricato di indicare, proprio nel prospetto informativo, le quote possibili di guadagno e di perdita connesse ad un certo prodotto trattato e venduto dalle banche”.
“Il responsabile di quell’Ufficio, Marcello Minenna, è stato esautorato, mobbizzato, ma la circostanza più grave è che quel servizio è stato poi in effetti eliminato, a tutto discapito di cittadini e risparmiatori”.
“Come Adusbef abbiamo denunciato questa assurda manovra anti trasparenza, proprio in una stagione economica caratterizzata dall’incertezza e dall’instabilità”.

Sottosegretario nel governo Berlusconi, Giuseppe Vegas ha continuato la sua ascesa, fino ai vertici della Consob, organismo preposto alla vigilanza sulle società che operano in Borsa, sulla validità delle loro “offerte” finanziarie, e su tutto quanto abbia a che vedere con trasparenza ed eventuali conflitti di interesse. Ed è proprio dal 2011 che la situazione, già grave, è ulteriormente peggiorata. Con la cancellazione di una realtà, come l’ufficio della Consob sulle “Analisi Quantitative”, che almeno garantiva un minimo di informazione e trasparenza. Poi il buio più totale.

Dai ciechi agli ipovedenti il passo è breve. Ed eccoci a Bankitalia, l’organismo massimo di vigilanza che spesso e volentieri allerta i cittadini quando il crac è già servito. Sentiamo ancora cosa denuncia Lannutti.
“Bankitalia ha autorizzato aumenti di capitale in modo del tutto indiscriminato e soprattutto la vendita di prodotti finanziari di banche decotte. Sapevano, come documentano anche le ispezioni, ma non hanno mosso un dito per evitare che ignari cittadini cadessero nella trappola di titoli taroccati”.

E sulle prassi bancarie dei consueti prospetti di tante pagine “illeggibili” (anche per chi abbia una vista acutissima e uno spiccato senso finanziario) e delle molteplici firme pretese dai clienti “che si fidano”, nota ancora Lannutti: “E’ una battaglia storica che da anni portiamo avanti quasi in solitudine. Da sempre chiediamo chiarezza, trasparenza e un approccio più semplice e diretto con le banche. Parole al vento. Bankitalia è un muro di gomma. L’Abi, ossia l’associazione bancaria, ha fatto finta di rispondere con ‘Patti Chiari’ che in realtà chiarivano poco o niente per i risparmiatori. Siamo alle solite. Clausole capestro, prospetti inestricabili, costi molto più alti della media europea, tassi che sfiorano l’usura, e da qui prendono vita i tanti contenziosi per anatocismo”.

Se poi questi in giacca & cravatta non sono Bankster…

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