YOU TUBE, PAUSA PER IL PROGETTO DEI CANALI ORIGINALI. L’ITALIA PERDE UN’OCCASIONE?

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Entro febbraio erano previste le gare per la creazione di nuovi contenuti su Youtube, la piattaforma video più cliccata del mondo. Ma Google, che l’ha acquistata nel 2006, ha deciso di frenare il progetto lanciato nel 2011 e che, nel frattempo, è già “sbarcato” in Giappone, Germania e Francia e Regno Unito. Le motivazioni potrebbero essere politiche.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire in cosa consiste tale iniziativa, partendo dalla fondazione della piattaforma di Montain View.
You Tube è un sito web che consente la visualizzazione e la condivisione di qualsiasi tipo di contenuti video. È nato nel febbraio del 2005. I fondatori della piattaforma sono l’imprenditore statunitense Chad Hurley (ora ad), l’informatico taiwanese Steve Chen (direttore tecnico) e Jawed Karim, anch’egli informatico, ma di nazionalità tedesca (ora consigliere). E curiosità: il primo video caricato risale al 23 aprile del 2005 (alle ore 20:27). Fu proprio Karim a pubblicare una registrazione di 19 secondi; i protagonisti erano degli elefanti dello zoo di San Diego. Di certo si trattava di un contenuto “originale” intitolato “Me at the zoo”.
Da lì in poi è stata una crescita continua: 100 milioni di video visualizzati al giorno nel 2006, 65 mila nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore, 20 milioni di visitatori al mese. Ecco che You Tube in pochi anni è salito sul podio del tre siti più visitati al mondo, dopo Google e Facebook. Ed è proprio l’azienda statunitense, che offre servizi web e che possiede il motore di ricerca più cliccato del pianeta, ad acquistare You Tube per 1,65 miliardi di dollari. Siamo nel 2006, è trascorso appena un anno dalla fondazione della piattaforma e già il sito ha raggiunto un valore enorme.
La materia prima di You Tube è rappresentata da filmati amatoriali (ognuno può caricarli autonomamente) e da contenuti “terzi” (di proprietà dei media tradizionali) non protetti dal diritto d’autore.
Nel 2011, poi, prende forma un altro progetto: “100 canali di You Tube”. Il fine è quello di dotare la piattaforma di contenuti originali “ad hoc” creati da editori del settore dei media (cinema e tv). Google stanzia 100 milioni di dollari per l’iniziativa. Che poi vede la luce, due anni fa, negli Usa. Nel 2012 la società di Montain View decide di allargarsi anche all’Europa e all’Asia. You Tube, infatti, vanta contenuti inediti prodotti in Regno Unito, Germania, Francia e Giappone. In totale sono 176 i canali originali aperti fino ad ora. Motivo in più per valicare l’Atlantico.
Quest’anno, a febbraio, sarebbe stata la volta dell’Italia e della Spagna. Nel prossimo mese era prevista la gara per la realizzazione dei canali televisivi. Il piano con cui Google si era accordata con gli editori prevedeva due fasi. La prima, già rodata, funziona, grosso modo così: l’azienda statunitense stanzia un fondo (che può arrivare anche ad 1 milione di euro) per la realizzazione di un contenuto; poi valuta il progetto e le garanzie di realizzazione; in seguito si occupa di finanziarlo totalmente per la fase iniziale (12-18 mesi); in cambio, però, si prende tutta la pubblicità ricavata dal canale. La seconda fase prevede un accordo alla pari: il programma cessa di essere finanziato da Google; e la pubblicità ricavata (sempre che ce ne sia) viene divisa tra l’editore e la società di Montain View. Stando ai numeri un accordo tra editori e You Tube potrebbe portare a vantaggi reciproci non indifferenti. La piattaforma di video può contare, infatti, su una platea a cui nessuna tv si sognerebbe mai di aspirare: 800 milioni di utenti al mese, 4 milioni di video caricati al giorno. E anche nella sola Italia in numeri sono impressionanti e in continua crescita. Solo a novembre del 2012 You Tube è stato cliccato da 20 milioni di internauti registrando un +13% rispetto allo stesso mese del 2011. Si tratta del 70% degli utenti totali della rete. Un pubblico del genere potrebbe rappresentare un fattore determinante per il rilancio degli investimenti pubblicitari. I quali, complice la crisi, continuano a diminuire sia per la tv che per la stampa.
Comunque per i prossimi mesi gli editori italiani non avranno questa possibilità di rilancio. Le motivazioni della pausa di Google non dovrebbero essere economiche. La società di Montain View è in piena salute: 50 miliardi di fatturato e 10,7 di ricavi netti.
Le cause dello stop potrebbero derivare dai problemi irrisolti con la stampa per i diritti d’autore e per le pressioni di alcuni governi affinché Google paghi le tasse dove fa profitti e non nei Paesi con un fisco più favorevole. Morale della favola: almeno per il 2013, il progetto dei canali originali può attendere. Poi si vedrà.

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