Si è presentata all’ultima edizione del Salone internazionale del Libro di Torino come l’esperimento sicuramente più interessante e promettente fra quelli proposti nell’incubatore dedicato all’editoria 2.0 (o 3.0). Come suggeriscono i suoi stessi creatori, Yeerida mira, infatti, a diventare una sorta di Spotify del libro, mettendo in streaming gratuito le pagine dei libri di qualsiasi editore italiano.
Si tratta di un progetto ambizioso che vorrebbe avviare una rivoluzione digitale della letteratura dato che il lettore, in qualsiasi situazione (di viaggio, di tempo libero, di studio e di lavoro), avrebbe la possibilità di consultare gratuitamente un catalogo di testi elettronici afferenti a ogni tipo di categoria. Il formato del testo è appositamente studiato per non stancare la vista e rendere agevole l’esperienza di lettura su ogni tipo di dispositivo, sia mobile o desktop.
L’idea imprenditoriale arriva proprio dalla “città del libro”, da quella Torino che, nonostante i gravi problemi di riconversione economica, si conferma instancabile laboratorio culturale. I promotori sono tre giovanissimi provenienti da tre diversi posti del mondo, Federico Josè Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo, che solo in parte hanno sfruttato il supporto alle start-up offerto dall’incubatore del Politecnico: “L’intuizione ha, però, origini romane. Nel 2014, durante una fiera, dopo aver ascoltato alcune conferenze, mi sono accorto con stupore di come nessuno avesse menzionato lo streaming come possibile mezzo di diffusione testuale”, precisa Federico Josè Bottino, il ceo di Yeerida.
Ma considerato che il servizio offerto è completamente gratuito e Yeerida non ha goduto, sinora, di significativi finanziamenti, su cosa si regge economicamente il progetto? “Sostanzialmente sulla pubblicità. – ribatte al volo il co-fondatore Fabrizio Vargas Bosco – Ogni contenuto fruibile sulla piattaforma potrà essere sponsorizzato: ad esempio a una guida di viaggi potrà essere collegata l’inserzione pubblicitaria di un’agenzia turistica. Poi, in verità, stiamo studiando altri tipi di servizi, come la vendita della versione cartacea dei testi consultabili gratuitamente sul nostro sito: un utente magari s’innamora o apprezza così tanto l’utilità di un libro scoperto su Yeerida da decidere di acquistarlo e conservalo per sempre nella propria biblioteca”.
La domanda successiva che s’impone è allora “cosa ci guadagnano editori e autori a offrire gratuitamente i diritti di consultazione delle proprie opere?”. “In cambio dei contenuti, riconosciamo ai titolari dei diritti, siano essi editori o autori, il 60% del nostro fatturato ricavato dalla sponsorizzazioni. In questo modo i partners hanno la possibilità di guadagnare non sulla vendita a terzi della pubblicazione, bensì su una condivisione digitale che genera ricavi in termini di traffico e advertising”, spiega Vargas Bosco che aggiunge: “Non acquistiamo la proprietà intellettuale dell’opera, ci limitiamo a trattare una sola fattispecie del diritto di commercializzazione, cioè la sua diffusione via web, non mettendoci, quindi, in concorrenza con le attuali piattaforme di distribuzione digitale”. Dal punto di vista degli editori e degli autori, inoltre, Yeerida potrebbe diventare un comodo strumento per testare opere inedite, per valutarne, quindi, l’impatto con il pubblico e i feedback dei lettori.
L’idea è buona, ma il percorso per Yeerida è ancora lungo e faticoso. Per adesso, sono stati stipulati accordi commerciali solamente con alcuni microeditori, ma, da quel che riferiscono i fondatori, anche le realtà più grosse, incontrate per la maggior parte al Salone del Libro, si sono mostrate particolarmente interessate: “il problema è che con loro i processi decisionali e le trattative sono molto più lunghi e complessi; occorre, quindi, armarsi di pazienza e ottimismo”. Il catalogo di Yeerida registra, comunque, un quotidiano ampliamento tanto che conviene seguirne costantemente gli aggiornamenti.
Articolo realizzato da Gaetano Farina
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