Il fondatore del motore di ricerca di Sunnyvale dice addio al gruppo di cui ha fatto parte per 17 anni ed ora posto sotto la guida del Ceo Scott Thompson.
«Il mio tempo in Yahoo, dalla fondazione ad oggi, ha riguardato alcune delle esperienze più emozionanti e gratificanti della mia vita. Comunque, è per me venuto il tempo di perseguire altri interessi fuori da Yahoo. Mentre lascio la compagnia che ho co-fondato 17 anni fa, sono entusiasta per l’abilità di Scott Thompson come CEO, assieme al suo team al completo, per il modo in cui guiderà Yahoo in futuro».
Queste le parole del comunicato ufficiale firmato da Yang dopo le dimissioni consegnate nella notte al Board of Director, che sanciscono l’abbandono di ogni carica all’interno della società, pur rimanendo uno dei maggiori azionisti di Yahoo. Il pacchetto in suo possesso comprende al momento 46,6 milioni di azioni, pari al 3,8% delle azioni in attivo del gruppo.
Secondo quanto riportato dal sito Key4biz, anche altri 4 dirigenti sarebbero pronti a lasciare la cabina di pilotaggio della società, vale a dire il presidente Roy Bostock, Arthur Kern, Vyomesh Joshi e Gary Wilson. La riformulazione del team di gestione dovrebbe rispondere alle forti critiche degli investitori, primi fra tutti quelli di Third Point LLC, per l’incapacità dimostrata nel trovare un acquirente per la società in forte perdita dal 2009, oltre a lamentare la mancata negoziazione per la vendita della controparte asiatica del valore di 10 miliardi di dollari.
Una delle zone ombra imputate alla carriera dell’ex Ceo, e a quanto pare mai perdonata, è il rifiuto dell’offerta di acquisto avanzata da Microsoft nel 2008 pari a 47,5 miliardi di dollari. Una nota stonata che sarebbe stata interpretata come ostacolo al cambiamento tanto da far declassare il capitale dell’azienda dai 100milardi di dollari degli inizi del 2000 ai 19,1 miliardi attuali. La miopia di alcune scelte strategiche attribuita a Yang avrebbe trovato inoltre conferma nell’incremento del titolo che a Wall Street ha fatto registrare ieri un rialzo pari al 4%.
Spetterà al Ceo in carica, Scott Thompson, riguadagnare le quote di mercato sul fronte del search engine e degli introiti pubblicitari, sottratte al motore di ricerca dai due competitor per eccellenza che ne hanno in parte decretato la discesa, si tratta di Google e Facebook.
Intanto il Board of Director risponde così alle dimissioni, quasi obbligate, di Jerry Yang: «Apprezziamo le osservazioni di Jerry e condividiamo il suo entusiasmo per le prospettive della compagnia. Con Scott Thompson che guida un prestigioso team per fornire prodotti innovativi e una coinvolgente esperienza, il futuro di Yahoo è brillante». Yang, co-fondatore di Yahoo nel 1995 insieme al collega di università David Filo e Ceo del gruppo dal giugno 2007 a gennaio 2010 è definito dai vertici come «un visionario e un pioniere», sempre «rimasto concentrato sugli interessi degli azionisti, dei dipendenti e degli oltre 700 milioni di utenti».
Manuela Avino
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