WiMax, comincia il conto alla rovescia: dovrebbe essere imminente la pubblicazione del bando per l’assegnazione delle frequenze per la tecnologia che promette di portare la banda larga nelle aree finora escluse dalla copertura Adsl. I big delle telecomunicazioni e dei media intanto scaldano i motori e preparano le loro offerte, dal momento che saranno probabilmente loro – sempre loro – i protagonisti dell’asta: è infatti poco probabile che il WiMax cambi le carte in tavola, strappando il monopolio della banda larga a Telecom Italia, dal momento che anche se le somme in gioco saranno decisamente più basse rispetto all’asta per il 3G, il meccanismo del rilancio favorirà i player più importanti.
Eliminando il bisogno di nuovi costosi scavi per la posa dei cavi, la tecnologia IEEE 802.16, nota con il nome commerciale di WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), dovrebbe ridurre sensibilmente i costi e aumentare la disponibilità delle tecnologie wireless a banda larga denominate BWA (Broadband Wireless Access).
La portata della tecnologia è di alcune decine di chilometri, ben superiore alle poche centinaia di metri del cosiddetto Wi-Fi e la larghezza di banda può spingersi, in condizioni ideali, fino a 74 Mbps.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, entro il 2011 la connessione broadband dovrà diventare un servizio accessibile universalmente, con il WiMax chiave fondamentale per la modernizzazione del paese: l’Italia infatti deve recuperare il gap col resto dell’Europa – dove già sono iniziati i test sul campo della tecnologia, dopo l’assegnazione delle frequenze – e accelerare il processo di convergenza che altrove è già realtà.
Tecnologie quali Wi-Fi e WiMax – basati su onde radio – superano il vincolo di reti ADSL e sistemi a fibra ottica, potrebbero essere le risposte concrete e alla crescente domanda di connessioni in banda larga in quei territori orograficamente complessi o scarsamente popolati.
Supportando in una singola piattaforma servizi fissi, nomadici e mobili, il WiMax è infatti una tecnologia ‘naturalmente convergente’. Grazie al fatto di essere basata su un’architettura IP flat, il la tecnologia ha un certo vantaggio sugli altri sistemi mobili e wireless, riuscendo a integrarsi perfettamente con i sistemi a banda larga fissa per offrire servizi convergenti. Caratteristiche, queste, che secondo gli analisti aiuteranno la tecnologia a guadagnare terreno anche in un mercato sempre più competitivo e convergente.
L’ambizione è quella di far sì che il WiMax diventi per la banda larga quello che il GSM è stato per la voce: un mezzo cioè per renderla mobile e personale e per creare nel contempo una nuova industria.
Gli operatori mobili, da canto loro, guardano anche alle altre tecnologie destinate a portare la banda larga sul telefonino.
Il gadget più promettente del momento aspira infatti a trasformarsi in veicolo di conoscenza ubiquo e, grazie alla banda larga, in grado di sostituire in tutto e per tutto il Pc.
Tramite di questa rivoluzione, la tecnologia Hsdpa – meglio nota come super Umts – che dovrebbe abilitare picchi di velocità di 7,2 Mbps in downlink e 2.0 Mbps in uplink e, entro il 2008, portare la velocità di connessione in downlink a 14.4 Mbps. Per il 2009, secondo gli esperti, dovrebbe essere disponibile l’HSPA+ che raddoppierà la velocità in downlink a 28.8 Mbps.
La tecnologia – che dovrebbe finalmente abilitare l’offerta di applicazioni avanzate quali i servizi video e di mobile Tv, il download di musica e giochi interattivi e le applicazioni business avanzate – comincia ad avere impatto sulle strategie degli operatori europei: il più impegnato è sicuramente Vodafone con 240 mila utenti in Germania, 220 mila in Gran Bretagna, 140 mila in Italia.
Il gruppo britannico ha appena annunciato che da novembre le reti domestiche supporteranno velocità di 7,2 Mbps, con tanto di lancio di nuovi telefonini Hsdpa-compatibili (3 almeno i modelli in uscita).
Aspettando che i player svelino le loro mosse – anche Rai e Mediaset sarebbero interessate alle frequenze WiMax – a noi utenti non resta che attendere, nella speranza che a breve venga raggiunta anche nel nostro Paese – in tutte le città, non solo nelle maggiori – una copertura a banda larga degna di questo nome.
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