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Vodafone richiede a Telecom i cabinet per i collegamenti tra rame e fibra

Si combatte per le infrastrutture di nuova generazione, ma nascono forme di cooperazione per quanto riguarda i collegamenti tra rame e fibra.  Vodafone ha richiesto a Telecom Italia 500 armadietti di strada per espandere la sua rete in fibra ottica.  I cabinet consentono agli Olo di avere un raccordo tra la rete in rame e quella in fibra tra la centrale telefonica e la casa dell’utente. La richiesta di Vodafone trova giustificazione nelle delibere 747/13 e 155/14 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che instaurano un meccanismo di cooperazione per favorire l’efficienza nel settore. La ratio del regolamento è la possibilità di evitare le lungaggini che deriverebbero dall’affidare la realizzazione degli armadi ai singoli operatori. L’iniziativa presenta novità anche dal punto di vista tecnico. I cabinet saranno  infatti multi-Olo, cioè capaci di ospitare le infrastrutture per la banda larga di tre operatori.  Telecom realizzerà gli armadi nei primi tre mesi del 2015. Quella di Vodafone è la prima istanza a seguito dell’adozione del regolamento. La disciplina dettata da Agcom sembra fatta apposta per mettere a tacere le voci sulla violazione della concorrenza nel mercato da parte dell’ex monopolista.

La battaglia per Metroweb

Le acque, però, restano agitate sul fronte delle architetture FTTH, che poi sono le più importanti nell’ottica di una riduzione del gap con l’Europa. Né Antitrust né Agcom hanno ancora ufficialmente reso nota la propria opinione sulle transazioni che vedono coinvolta Metroweb,     società operante nel settore delle telecomunicazioni, che nell’area di Milano, Bologna e Genova fornisce un eccellente connessione in fibra ottica.  Telecom sostiene che un investimento in Metroweb migliorerebbe quantitativamente e qualitativamente la situazione della banda larga in Italia. Il presidente Giuseppe Recchi e l’ad Marco Patuano rigettano le accuse di monopolizzazione, parlando di una eccessiva regolamentazione nel settore. Dall’altro lato Vodafone ha lanciato l’ipotesi    dell’ingresso degli Olo (Wind, Fastweb, la stessa Vodafone) nell’azionariato di Metroweb. In tal modo si avrebbe una gestione neutrale della rete.  Per rendere possibile tale assetto societario Vodafone suggerisce la stipulazione di patti parasociali. Fastweb, che è già azionista di Metroweb,  sembra non essere per niente interessato all’iniziativa dell’operatore inglese. Insomma, è una situazione abbastanza caotica che rende difficile investire nelle infrastrutture che servirebbero al paese. La riduzione del divario non può essere esclusivamente di pertinenza dei poteri pubblici, che troppo spesso si sono persi nei meandri della macchina amministrativa. Né ci si può affidare unicamente ai fondi europei, che spesso sono pochi e anche male utilizzati.

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