La battaglia per Metroweb
Le acque, però, restano agitate sul fronte delle architetture FTTH, che poi sono le più importanti nell’ottica di una riduzione del gap con l’Europa. Né Antitrust né Agcom hanno ancora ufficialmente reso nota la propria opinione sulle transazioni che vedono coinvolta Metroweb, società operante nel settore delle telecomunicazioni, che nell’area di Milano, Bologna e Genova fornisce un eccellente connessione in fibra ottica. Telecom sostiene che un investimento in Metroweb migliorerebbe quantitativamente e qualitativamente la situazione della banda larga in Italia. Il presidente Giuseppe Recchi e l’ad Marco Patuano rigettano le accuse di monopolizzazione, parlando di una eccessiva regolamentazione nel settore. Dall’altro lato Vodafone ha lanciato l’ipotesi dell’ingresso degli Olo (Wind, Fastweb, la stessa Vodafone) nell’azionariato di Metroweb. In tal modo si avrebbe una gestione neutrale della rete. Per rendere possibile tale assetto societario Vodafone suggerisce la stipulazione di patti parasociali. Fastweb, che è già azionista di Metroweb, sembra non essere per niente interessato all’iniziativa dell’operatore inglese. Insomma, è una situazione abbastanza caotica che rende difficile investire nelle infrastrutture che servirebbero al paese. La riduzione del divario non può essere esclusivamente di pertinenza dei poteri pubblici, che troppo spesso si sono persi nei meandri della macchina amministrativa. Né ci si può affidare unicamente ai fondi europei, che spesso sono pochi e anche male utilizzati.
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