Vivendi ha ribadito la sua intenzione di essere un azionista di lungo termine in Telecom Italia. In tal modo ha indirettamente fatto capire i suoi orientamenti in merito all’ aut aut posto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In settimana l’Agcom ha affermato che, in base al disposto dell’art. 43 del Testo Unico per i servizi audiovisivi e radiofonici, Vivendi avrebbe dovuto ridurre la sua presenza in Telecom o in Mediaset. Nel Cda del 4 maggio l’operatore transalpino presenterà una lista di consiglieri per l’organigramma di Telecom, ribadendo così la sua volontà di investire nell’ex monopolista italiano delle telecomunicazioni. Vivendi ha motivato la sua decisione in una nota: “L’integrazione tra contenuti e distribuzione è il futuro dell’industria dei media. Ci troviamo in una posizione tale da poter raggiungere un ampio bacino di consumatori”. Per l’operatore francese Telecom è fondamentale nell’ottica di uno sviluppo dei nuovi contenuti premium. Vivendi ha confermato di voler continuare a puntare sullo sviluppo delle reti, promuovendo la diffusione della banda ultralarga con attenzione al rapporto qualità/prezzo dell’offerta. Il Ceo di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine ha anche rassicurato il Governo, confermando la volontà di collaborare con il potere esecutivo e gli enti regolatori. Nonostante le intenzioni palesate per il futuro di Telecom, è probabile che il colosso francese decida comunque di fare ricorso al Tar o alla Commissione Europea per vedere riconosciuti i propri diritti in Mediaset. Vivendi è secondo azionista del Biscione dopo Fininvest e pertanto non detiene una posizione dominante.
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