VIGILANZA RAI: SI DISCUTE DI PLURALISMO, MA NON SOLO.

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In Commissione Vigilanza si discute della lettera di Fini: il tg1 sotto accusa, ma anche il tg3 sarebbe di parte.
Berlinguer e il Cdr replicano, intanto si moltiplicano i problemi da risolvere.
Augusto Minzolini avrebbe dovuto rettificare i servizi incriminati, ma con il suo editoriale ha reiterato l’errore, mentre per Paolo Garimberti servirebbe sciogliere il nodo in cda senza condizionamenti politici, ma visti i numeri del Consiglio la «situazione è di stallo».
Ribalta la vicenda il relatore dell’Atto di indirizzo del pluralismo, Alessio Butti (Pdl), che ha “sfidato” Garimberti sulla faziosità del tg3: «c’è o no un problema pluralismo anche lì, oppure salta quel canale quando fa zapping? È forse solo una nostra fissa questa del tg3?».
Detto, fatto: Garimberti ha ammesso il problema e ha telefonato al direttore del tg3, Bianca Berlinguer, lamentando che: «i lanci del tg3 della sera prima non erano obiettivi», inoltre non ci sarebbe stata una netta distinzione tra la notizia e il commento.
Bianca Berlinguer si è stupefatta dello “strabismo” di Graimberti che: «dopo aver affermato che non è in discussione la completezza dell’informazione offerta dal tg3 il presidente ha tuttavia sostenuto che esisterebbe un problema tg3», afferma Berlinguer.
Dura anche la reazione del Cdr del tg3: «Le affermazioni del presidente Garimberti sorprendono chi in questi anni ha lavorato con dedizione, passione e pochissimi mezzi per mantenere in Azienda il concetto di servizio pubblico (…) Saremmo contenti se invece di accuse deboli e generiche sui lanci dei servizi ci fossero contestati fatti concreti e documentati.
Noi sappiamo solo che qui le notizie non sono nascoste, in questo senso forse il Tg3 rappresenta un problema.
E allora i giornalisti del tg3 sono fieri di esserlo.
Per il bene della Rai», conclude il Cdr.
Per il dg Lorenza Lei riappropriarsi del servizio pubblico è un lavoro lungo e complesso e «comprende anche la riscrittura della Carta dei doveri, punto di partenza per rappresentare meglio il concetto di pluralismo».
«Via Minzolini, via Ferrara, ma soprattutto fuori i partiti dalla Rai. Ridiamo all’azienda pubblica il prestigio che aveva un tempo», semplifica Pancho Pardi, senatore Idv.
Ma anche altri problemi, non meno spinosi, sul banco della Commissione: non sono mancate critiche sull’eccessivo uso di immagini cruente da parte del tg, dei “buchi” di palinsesto da riempire (soprattutto quello lasciato da Santoro del giovedì sera), dei tagli per risanare il bilancio, delle quote canone chieste al Tesoro, della riduzione di risorse dovute alla perdita di alcuni professionisti, delle intercettazioni Masi –Lavitola per le nomine dei tg regionali in vista delle elezioni del 2009, del destino, forse non roseo, di Rai International e di Rai Way.
Piove sempre sul bagnato, anche in Rai.

Egidio Negri.

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