Con decorrenza 20 aprile scorso, è entrato in vigore il DL 33/120 che obbliga le PA ai criteri di trasparenza e di semplificazione delle informazioni. Il provvedimento si ispira al modello statunitense FOIA, Freedom of Information Act, e stabilisce che ogni cittadino può richiedere l’accesso a qualsiasi documento in possesso delle PA, tranne i casi in cui è la legge ad impedirlo (ad esempio per motivi di sicurezza). Per rendere possibile tutto questo, è stato creato un istituto ad hoc, il “Diritto di accesso civico”, che ha lo scopo di rafforzare il rapporto di intesa e di fiducia tra i cittadini e pubbliche amministrazioni. Queste ultime sono solo un punto di partenza, nel senso che il Decreto estende il principio dell’obbligo alla trasparenza anche ai Comuni, ai Ministeri, alle ASL ed alle scuole.
I Dirigenti delle PA (o di altri enti), sin dall’inizio del loro insediamento, dovranno rendicontare la propria situazione patrimoniale (reddito, proprietà immobiliari e non, investimenti ecc…) quella del coniuge, fino ai parenti di secondo grado. In caso contrario, si incorre in una sanzione amministrativa che va dai 500 ai 10.000 euro a seconda della gravità della violazione commessa. Le informazioni dovranno essere continuamente aggiornate sul sito delle PA e lì rimanere disponibili per una durata di 5 anni. L’eventuale omessa dichiarazione di questi dati comporta ammende pesanti (si può arrivare anche al taglio del 50% dei contributi ai gruppi politici) con l’obbligo di informare, dell’accaduto, l’intera cittadinanza.
La semplificazione dell’accesso alle informazioni che riguardano il modus operandi delle PA, ha anche lo scopo di facilitare i controlli degli organi preposti a tale funzione. Ad esempio, ogni ente, al suo interno, dovrà dotarsi di un “Responsabile alla trasparenza” che dovrà vigilare sulla correttezza del bilancio e di tutte le note spesa. In caso di mancata chiarezza o di inadempimenti vari, sarà compito suo inoltrare segnalazioni in tal senso all’Oiv, Organismo indipendente di valutazione e alla Civit, la Commissione che prende in esame tali istanze. Per la piena attuazione del Decreto, è stato previsto un “Piano triennale per l’integrità”, attraverso il quale, bisognerà indicare modalità e tempi per lo sviluppo, di sistemi e di servizi, rivolti alla prevenzione della corruzione.
Giannandrea Contieri
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