Editoria

Via alla riforma delle agenzie di stampa: ecco le novità

Al via la riforma delle agenzie di stampa: ecco tutto quello che c’è da sapere. Il disegno si muove su due cardini: requisiti minimi e parametri premiati. Saranno questi i punti fermi che influenzeranno i criteri di acquisizione di servizi d’informazione da parte della pubblica amministrazione. C’è, inoltre, la previsione di istituire un elenco delle agenzie di “rilevanza nazionale” da custodire presso il dipartimento per l’informazione e l’editoria.

Ecco i requisiti minimi richiesti dal decreto. In prima battuta è richiesta la presenza nell’agenzia di stampa di non meno di 50 giornalisti assunti a tempo pieno e indeterminato. Poi l’applicazione di una retribuzione giornalistica non inferiore alla soglia minima prevista nel contratto collettivo nazionale dei giornalisti; quindi il criterio “quantitativo” legato a un numero minimo giornaliero di lanci (o take) pari a 400 con un loro frazionamento non superiore a due lanci. Ma non è tutto. Sarà decisiva la “comprovata idoneità” a dislocare in modo continuativo i propri giornalisti sul territorio nazionale in modo da assicurare adeguata capillarità nella raccolta delle informazioni primarie. Dal punto di vista formale, inoltre, sarà necessario presentare il bilancio certificato da parte di società di revisione iscritte all’albo Consob alimentato almeno per la metà da risorse acquisite per attività svolte a favore del settore privato e comunque sul mercato. Inoltre è prevista l’istituzione di un Garante dell’informazione anti-fake news indipendente ma individuato dall’Agenzia presso cui opera; un rating di legalità.

Ora tocca ai premi. O meglio, a quei parametri che potranno far fare il salto di qualità alle agenzie. Il governo li ha individuati e descritti nel decreto sulla riforma delle agenzie di stampa. In prima battuta c’è l’assunzione di giornalisti con una età anagrafica non superiore ai trentacinque anni; poi la disponibilità all’assunzione di giornalisti in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali o accorpamenti tra Agenzie; i programmi di investimento in tecnologie innovative migliorative delle performance; i rapporti di collaborazione con Agenzie estere oltre la mera traduzione e distribuzione di notizie; l’accesso continuativo a fonti di informazioni specializzate quali, fra le altre, quelle prodotte dalla Ragioneria generale dello Stato, dall’Istat, dall’Ocse, dall’Unesco.

Luca Esposito

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