Il primo pacchetto di regole ‘Standard’ di protezione dei dati personali su Internet condivise a livello internazionale è stato approvato oggi a Madrid dal vertice mondiale dei garanti della privacy. Gli standard approvati a Madrid non hanno valore vincolante per i governi ma costituiscono una forte pressione sui governi “perché procedano sulla strada di una regolamentazione globale”. Lo ha affermato il garante italiano Francesco Pizzetti.
L’adozione delle norme standard comuni a Madrid da parte dei delegati di 83 Paesi è un fatto senza precedenti. “Per la prima volta è un documento condiviso da tutti”, ha sottolineato Pizzetti. “Contiene principi generali sulla protezione dei dati” partendo dalla direttiva Ue del 1995, però “definiti in modo da poter essere accettati da autorità di altri Paesi, di altra cultura” ha spiegato.
La risoluzione sancisce fra l’altro che i provider devono garantire “l’accuratezza, la confidenzialità e la sicurezza dei dati, come pure la legittimità del loro trattamento” e il diritto del cittadino “di accesso, rettifica, opposizione e cancellazione”, l’obbligo di assicurare il rispetto di questi Standard nei trasferimenti internazionali di dati, la garanzia di un controllo indipendente. Diritti che per ora sono, in parte, utopia per gli utenti di molti social network made in Usa.
Secondo Pizzetti una regolamentazione globale è indispensabile, a fronte della globalizzazione dell’uso di Internet, perché “o si ha una protezione globale, o non si ha una protezione adeguata”. Il fattore rischio viene fra l’altro dai giganti dei social network che possono acquisire, immagazzinare e usare senza limiti di tempo i dati personali ottenuti dagli utenti. Sulla rete, rileva il garante spagnolo Artemi Rallo, “la protezione dei diritti dei cittadini è più virtuale che reale” perché “la rivoluzione tecnologica non è stata accompagnata da una evoluzione identica dei parametri di sicurezza sotto questo profilo”. Inoltre, “molto spesso” i cittadini “banalizzano i rischi davanti alla comodità del servizio”.
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