Il Cnog s’è opposto alla celebrazione dell’udienza, in forma non pubblica, della Corte costituzionale sul tema, centrale e decisivo, del carcere quale pena possibile per i giornalisti. In una nota, il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, ha spiegato le ragioni della scelta e ha tirato in ballo direttamente il governo. Verna ha scritto: “Davvero il presidente Conte condivide che il carcere ai giornalisti per diffamazione sia legittimo, come ha scritto l’Avvocatura dello Stato nel rappresentare la Presidenza del Consiglio davanti la Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità sul tema?”.
Verna quindi ha aggiunto: “Sono certo che il Premier impegnato nella lotta al coronavirus nulla sappia. E noi del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti abbiamo bisogno del suo tempo, che ora non può avere a disposizione, per dirgli del nostro profondo rammarico. E’ questa la ragione in più per la quale ci siamo opposti all’idea, invece sostenuta dalla stessa Avvocatura dello Stato, che si potesse fare a meno dell’udienza pubblica. Peraltro sicuramente perdendo nella nebbia dell’emergenza l ‘opportunità di un serio dibattito sull’anacronistica sanzione edittale che affligge la libertà di stampa”.
Il tema, sul quale ci si sgola da anni è centrale. E, del resto, rappresenta una ipoteca grave sulla stessa libertà di stampa in Italia. Verna ha dunque aggiunto: “Perciò l’Ordine dei giornalisti ha chiesto e ottenuto, per la prima volta nella storia, la qualità di interventore. Chi sostiene disinvoltamente che si potesse rinunciare su un tema così rilevante, per fare presto e chissà in che modo, a uno dei cardini del processo in democrazia, costituito dalla sua pubblicità, tutto ha a cuore meno che la libertà di stampa”.
Quindi, il presidente Cnog ha concluso con una citazione letteraria: “Come direbbe il commissario Montalbano, splendido frutto della penna di Andrea Camilleri che tanto ci manca, su questa vergogna del carcere c’è bisogno di ‘schiamazzo’. Lo potremo fare quando sarà possibile un’attività normale anche invitando tutti a seguire la diretta streaming che la Corte Costituzionale assicura delle pubbliche udienze. Solo l’Ordine dunque contro il silenzio sul carcere ai giornalisti e un processo a porte chiuse.”