VERGOGNA ARRESTATO ALESSANDRO SALLUSTI

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Interrotta la riunione dei capi redattori per notificare gli arresti domiciliari a Sallusti e portarlo a casa. Una volta raggiunta la propria abitazione, il direttore ha subito violato gli obblighi domiciliari ed è stato arrestato per evasione: gli agenti lo hanno portato in Questura.
L’attesa è finita e la vergogna è avvenuta. Come nelle dittature, come nei paesi illiberali: la polizia è entrata al Giornale durante la riunione dei capi redattori. Le forze dell’ordine sono arrivate a mezzogiorno hanno notificato gli arresti domiciliari al direttore del Giornale Alessandro Sallusti e lo hanno portato nella sua abitazione.
“Violare la redazione di un giornale – aveva detto il direttore del Giornale pochi minuti prima dell’arrivo della Digos – è violare la libertà di stampa”.
E così è avvenuto. Arrestato in redazione. Sotto gli occhi dei giornalisti e sotto l’obiettivo delle telecamere l’atto è stato notificato a Sallusti nel suo ufficio. Davanti alla richiesta degli ufficiali di rimanere soli il direttore ha risposto: “Siamo in un giornale, qui è tutto pubblico”. Dopo la firma Sallusti è stato portato nella casa dove avrebbe dovuto scontare gli arresti domiciliari ma, appena entrato, è subito uscito, violando di fatto il regime di carcerazione. Il direttore è stato quindi arrestato per evasione e portato in Questura. Probabilmente verrà processato per direttissima, rischia da uno a tre anni di reclusione. Molto probabilmente nell’udienza di oggi si farà la convalida dell’arresto, poi la sua scarcerazione e la fissazione di un’ulteriore udienza in cui sempre davanti al giudice delle direttissime, verrà giudicato per il reato commesso.
Un’eventualità, quella dell’arresto nella sede del Giornale, contro la quale in mattinata aveva parlato anche Vittorio Feltri: “da vecchio giornalista rivolgo un appello alle autorità giudiziarie di Milano affinché ci sia risparmiata l’umiliazione di assistere all’arresto di Alessandro Sallusti in redazione.
Anche il nostro Giornale, come qualsiasi giornale, è simbolo della libertà di stampa e di ogni libertà: non sia trasformato in un luogo di inizio pena”. Appello che non è stato ascoltato: il Giornale è stato violato.
Una lunga mattinata di attesa che arriva dopo un mese estenuante, appeso alle decisioni dei giudici e alla burocrazia delle procure. Dopo una notte passata all’interno della redazione il direttore Alessandro Sallusti, stanco ma determinato, ha continuato a ribadire la sua linea: vengano a prendermi qui, ne abbiano il coraggio. “Notte al giornale. Se vogliono mi arrestano qui. Grazie a tutti”, aveva twittato poco dopo la mezzanotte. “Devono avere il coraggio venire a prendermi qui – ha spiegato questa mattina davanti ai microfoni delle molte televisioni che sono arrivate in via Negri -. Mi dispiace che per prendere me violino un luogo come un giornale. Sono il primo giornalista che viene arrestato in redazione”. Poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine l’ultimo tweet: “Propongo uno scambio alla procura – ha scritto – voi non violate la sede de Il Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete”. Lo scambio non è stato accettato e la magistratura ha deciso di far arrestare il direttore direttamente in redazione. Uno schiaffo alla libertà. Di tutti.

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