VENDITA TIMEDIA: LE LEGGI NON SONO UN PROBLEMA. RETE4 DOCET

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L’ad di TIMedia: «Per Mediaset non è un problema né di leggi, né di soldi». Il centrosinistra invoca governo e Antitrust. L’advisor nega il dossier informativo a Mediaset: l’operazione sarebbe contraria all’Antitrust. Per lo studio legale del Biscione sono ostacoli superabili.
Giovanni Stella, ad di TIMedia, ha confermato «un forte interesse di Mediaset in questa fase iniziale». Per quanto riguarda le leggi, Stella taglia corto, mostrando un cinismo “di lungo corso”: «Quelli di Mediaset fanno. In Italia non è mai un problema di leggi». In effetti, Rete4 è stata oggetto di un aspro conflitto con la Corte Costituzionale per aver occupato le frequenze di Europa 7 (la Corte Europea, a giugno, ha condannato lo Stato italiano a 10 milioni di euro di multa per aver impedito all’emittente di andare in onda, pur avendo la licenza per farlo). Tuttavia il canale del Biscione è stato sempre attivo. Come ha scritto L’Unità, «i paletti della Corte Costituzionale erano acqua fresca rispetto alla forze politica di Berlusconi».
Dunque se non solo le leggi il problema, non lo sono neanche i soldi. «Per Berlusconi i soldi non sono un ostacolo», ha affermato Stella. In effetti TIMedia dovrebbe costare circa 500 milioni di euro. A tale investimento vanno poi aggiunti i debiti “cronici” della società. Seppur in crescita costante, TIMedia ha un debito consolidato di 200 milioni. E nel primo semestre del 2012 ha già un passivo di 35 milioni. Gli ascolti e la pubblicità sono in ascesa, ma i ricavi non pareggiano i costi. Si tratta di un vecchio “male” di La7. L’emittente non ha mai fatto 1 euro di utile.
Ma l’affare andrebbe oltre. Mediaset acquistando tutto il pacchetto, tv e frequenze, avrebbe il dominio completo sul panorama televisivo italiano. Recupererebbe le quote di mercato perse. E come ha sottolineato Mentana, avrebbe i numeri 4, 5, 6, 7, 8 del telecomando ( a cui vanno ad aggiungersi i canali tematici e quelli pay). E poi il Biscione eviterebbe l’ingresso di un nuovo entrante pericoloso, magari più potente di TIMedia e in grado di rubare il pubblico di Mediaset.
E la politica non poteva rimanere indifferente. Il centrosinistra invoca un intervento del governo. «Ci sono problemi di legittimità. Deve intervenire l’Antitrust. C’è un rischio di un oligopolio inedito», hanno dichiarato Giulietti (esponente dell’Idv e portavoce di Articolo 21) e Vita (Pd).
Ma attenzione Mediobanca ha anticipato l’Antitrust. Secondo La Repubblica, Mediobanca, l’advisor, insieme a Citigroup, di TIMedia per la vendita di tv e frequenze ha negato il dossier a Mediaset. Stiamo parlando del cosiddetto “information memorandum”, con le informazioni sensibili. Le motivazioni sarebbero due, anche se legate e doppio filo. La prima: l’acquisto sarebbe bloccato dall’Antitrust, quindi inutile procedere. La Seconda: essendo Mediaset una concorrente, non è stato possibile fornire dati sensibili.
In tal modo si sarebbe evitata “l’azione di disturbo”. Tuttavia Mediaset può ancora farsi avanti, sempre se le leggi lo permettono. Il 24 settembre scadono i termini per le proposte non vincolanti. E a Cologno Monzese starebbero pensando proprio alla “scappatoia” per l’Antitrust. Lo studio legale avrebbe dato parere positivo: gli ostacoli sono superabili. Come volevasi dimostrare.

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