Il 19 novembre il termine per le offerte vincolanti. Possibile un’intesa Cairo-3 Italia.
Mancano 40 giorni alle offerte che contano. Ma 3 potenziali compratori si sono già fatti avanti con offerte non vincolanti. Il fondo Clessidra ha proposto 380 milioni di euro per tv e frequenze (si era parlato anche di 400 milioni). 3 Italia si è fermato a 360. Mentre Discovery Channel è interessata solo alle tv, La7 ed Mtv. E per queste non andrebbe oltre i 100 milioni. Ma, come detto in precedenza sono offerte non vincolanti. Dunque potrebbe esserci molta pretattica. Inoltre la vendita rimane sempre aperta ad altri soggetti. L’unico vantaggio di Clessidra, Discovery e 3, rispetto ai “possibili ritardatari” è l’accesso alla data room, iniziato ieri. In altre parole le suddette società possono visualizzare i documenti riservati di TIMedia.
Ma c’è un altro aspetto da sottolineare. Si tratta del contratto con la concessionaria per la pubblicità, la Cairo Communication, fondata e diretta da Urbano Cairo. Tutti gli interessati hanno preposto come condizione all’acquisto la revisione del contratto con la concessionaria. Tuttavia Cairo ha un contratto con TIMedia bloccato fino al 2019. Il “rapporto” tra Cairo e TIMedia è iniziato nel 2002 e bisogna dire che la concessionaria ha fatto molto bene il suo lavoro fino ad ora. La7 è passata dai 40 milioni di raccolta nel 2002, con appena il 2% di share, ai 170 del 2011, con uno share del 3,5% (3,9% se si considera anche La7D). Dunque un ottimo lavoro. La pubblicità, in un clima di recessione generale, è aumentata del 23,5% solo nel 2011. E il trend sta continuando anche nel 2012: La7 è cresciuta del 10,8% nei primi 8 mesi del 2012.
Quindi quale è il problema del contratto con Cairo? È semplice: la concessionaria garantisce dei minimi alti, ma trattiene a sé una buona fetta della parte variabile. Quindi una tv con velleità di crescita sensibile come La7 sarebbe limitata negli introiti degli spot. In altre parole un aumento massiccio dello share non frutterebbe dei risultati economici direttamente proporzionali.
Il problema scomparirebbe se fosse lo stesso Cairo ad acquistare TIMedia. Non è un’idea peregrina in quanto se ne è parlato nella scorsa estate. È ventilata la possibilità di un accordo con Tarak Ben Ammar. Quest’ultimo avrebbe acquistato le frequenze e Cairo le tv. Poi l’ipotesi è tramontata. Ora se ne fa viva un’altra: un’intesa Cairo-3 Italia.
Non ci resta che aspettare.