Vendita Timedia: oggi è previsto il cda di Telecom Italia. E potrebbe entrare nelle trattative Francesco Di Stefano, proprietario di Europa 7 (un’emittente protagonista di una decennale battaglia legale per la concessione nazionale delle frequenze di trasmissione, terminata con un indennizzo, da parte dello Stato italiano, di oltre 10 milioni per violazione del pluralismo dell’informazione). Ma l’interessamento di Di Stefano è solo frutto di una indiscrezione. Gli acquirenti più “papabili” degli asset di Timedia, che consistono nel possesso totale di La7, del 51% di Mtv e di 3 multiplex nazionali, sono sempre gli stessi. Trattasi di Urbano Cairo e del fondo Clessidra. Ma Franco Bernabé sembra ancora insoddisfatto delle proposte e delle pre-condizioni imposte dai probabili acquirenti. Inoltre le elezioni e la gara per le frequenze per la tv digitale potrebbero cambiare il valore di tv e frequenze. Quindi la vendita potrebbe slittare. Intanto Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, avverte: «Le Autorità controllino trasparenza dell’operazione. Si evitino monopoli e conflitti di interesse. È a rischio il pluralismo dell’informazione». Protesta anche il cdr del tg di La7: «Non si venda a ridosso delle elezioni».
Ma ora procediamo con ordine ed entriamo nel merito delle trattative.
Urbano Cairo, tramite la sua omonima società (la Cairo Communication), che è anche la concessionaria per la pubblicità del gruppo Timedia, è interessato alle due reti (La7 e Mtv). E per queste pagherebbe 100 milioni di euro. Ma al netto dei debiti accumulati nel 2012 dalla settima rete, quantificabili in circa 120 milioni (somma simile all’introito medio raggiunto dalla Cairo Communication per la gestione degli spot delle reti). Inoltre Telecom dovrebbe anche garantire una “dote” di decine di milioni di euro come garanzia per i prossimi anni (una sorta di ricapitalizzazione forzata). Infine Telecom dovrebbe applicare uno sconto del 50% al prezzo per i diritti d’uso delle frequenze tv (che Cairo non vuole acquistare).
E poi c’è il fondo Clessidra, gestito dal Claudio Sposito (ex manager di Fininvest e di Morgan Stanley) e Marco Bassetti (ex dirigente di Endemol e Mediaset). La società di affari sborserebbe circa 330 milioni per l’intero gruppo: ovvero reti e frequenze. Ma , anche qui, ci sarebbe una pre-condizione: la capogruppo di Timedia dovrebbe accollarsi anche una buona fetta di dipendenti (circa 150 su un totale di 445). Bisogna precisare che Clessidra fino a quale settimana fa era “accompagnato” dal fondo Equinox, guidato da Salvatore Mancuso. Ma quest’ultimo ha abbandonato la trattativa.
Non bisogna trascurare l’ipotesi, anche se improbabile, di un’opa: ovvero una offerta pubblica di acquisto. Se ne parlava qualche settimana fa. Ma tale eventualità è sempre stata remota: sia per le difficoltà tecnico-guiridiche legate all’operazione stessa che per l’eccessiva “fluidità” degli accordi tra le parti che non hanno ancora deciso nulla di veramente vincolante.
Infatti Franco Bernabé, presidente esecutivo di Telecom Italia, potrebbe, di concerto con il cda della società di tlc, rimandare la vendita. Le offerte non hanno mai soddisfatto del tutto Bernabé. Il quale ha più volte sottolineato che non avrebbe svenduto il gruppo Timedia, di cui Telecom possiede il 77,7%. Tuttavia non ha mai smentito il procedere delle trattative. «La7 ha sempre fatto un ottimo lavoro e continuerà a farlo. La sua vendita è in corso. Stiamo valutando le offerte», ha dichiarato di recente Bernabé.
Inoltre non bisogna sottovalutare il momento “storico” in cui la trattativa si sta evolvendo. Tra poche settimane si saranno le elezioni politiche. E un nuovo governo potrebbe anche cambiare le carte in tavole per quanto riguarda la politica industriale del media.
Poi c’è da valutare l’asta per le frequenze della tv digitale. L’Agcom ha promesso che la gara dovrebbe avvenire a breve. Di conseguenza i 3 mux nazionali di Timedia potrebbero avere un valore diverso. E anche la loro destinazione potrebbe cambiare. Infatti sono anche convertibili in frequenze telefoniche. Attualmente i 3 mux sono la parte più sana dell’intero gruppo. Infatti fruttano oltre 50 milioni all’anno. E il loro valore, in crescita del 38,5%, è stimabile in 300-350 milioni.
Quindi il cda di Telecom potrebbe decidere di aspettare tempi migliorie tenersi la sua controllata. Il che potrebbe significare mettere mano al portafoglio per un aumento di capitale per sanare le perdite di Timedia. Le quali potrebbero anche superare un terzo del capitale. Di conseguenza Telecom dovrà rinunciare all’obiettivo di riduzione del suo debito. Ricordiamo che Telecom ha un “buco” di circa 28 miliardi di euro. E la dirigenza spera di limitarlo a 25 entro il 2013. Si sperava di portarlo, già quest’anno, a 27,5 miliardi vendendo la controllata Timeida. E anche se avverrà, stando alle cifre in ballo, non farà incassare a Telecom 500 milioni.
Come corollario alla vendita, ci sono le dichiarazioni di Giuseppe Giulietti, in quota Idv e portavoce di Articolo 21 (associazione per il pluralismo dell’informazione). «La vendita di Timedia non è un affare come un altro. È in gioco la libertà dell’informazione. Le Autorità competenti devono controllare la trasparenza dell’operazione. Non devono esserci conflitti di interesse ed intrecci illeciti. Le emittenti non devono finire nelle mani dei soliti noti, rischiando di affossare il già debole pluralismo dei media», ha avvertito Giulietti.
Si è fatto sentire anche il cdr (comitato di redazione) del tg di La7. Il quale ha le stesse preoccupazioni: «Vendere La7 a pochi giorni dalle elezioni metterebbe a rischio l’informazione». Ma, come detto in precedenza, una cessione repentina è poco probabile.
Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini conferma di essere “un grandissimo fautore dei finanziamenti pubblici” all’editoria…
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…