Periodici Rcs, sono giorni decisivi. Il cda ha dato mandato a Jovane di concludere la vendita. Altrimenti si chiude. Interessati alle testate la Santanché, Prs e Guido Veneziani editore. Ma il cdr dei periodici e la Fnsi annunciano una lunga battaglia contro la vendita indiscriminata. Cdr: «Siamo contrari a qualsiasi operazione che mini alla libertà editoriale». Fnsi: «Esprimiamo solidarietà ai giornalisti di Rcs e ci uniamo al loro “no” deciso. L’operazione ha un sapore politico».
Ma procediamo con ordine.
Il cda di Rcs di martedì 18 ha dato mandato all’ad Pietro Scott Jovane di «procedere a stretto giro alla scelta dell’acquirente». L’ipotesi di chiusura “tout court” dei periodici è stata bocciata per un solo voto (5 a 4).
I contendenti favoriti sono due concessionarie di pubblicità. C’è Visibilia, società di Daniela Santanché. L’onorevole del Pdl vorrebbe fare “massa critica” e quotare in Borsa la sua società. E darebbe il 25% della nuova società ai dipendenti stessi. Poi c’è anche la Prs, di Alfredo Bernardini De Pace. Sembra avere meno possibilità Guido Veneziani, editore di riviste popolari e di Vero Tv.
Ma i comitati di redazioni non ci stano. I sindacati interni hanno annunciato una «lunga battaglia e una strenua resistenza».
Ricordiamo che le testate in vendita sono A, Visto, Novella 2000, Max, Ok Salute, l’Europeo, Yacht & Sail e il polo dell’enigmistica (che comprende 9 giornali). Nei prossimi giorni Rcs dovrebbe concludere un accordo. Altrimenti, stando alle precedenti decisioni del cda di Rcs, il 30 giugno le testate che non hanno trovato acquirenti saranno chiuse. La società di via Rizzoli ha già chiesto un nuovo stato di crisi (che si sovrappone a quello già esistente). Mentre i cdr vorrebbero il contratto di solidarietà.
Ora i vertici del gruppo che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport devono discutere dell’eventuale “dote” da accompagnare ai periodici (all’inizio si parlava di decine di milioni di euro, oggi di pochi milioni) e delle garanzie occupazionali e societarie.
Ma, indipendentemente dal buon esito delle trattative, i cdr non accettano una vendita. Soprattutto alla Santanché.
«I giornalisti dei periodici di Rcs protestano per le decisioni di Jovane. Secondo insistenti indiscrezioni di stampa, il possibile acquirente sarebbe una piccola concessionaria di pubblicità che fa capo alla Santanchè. Tale ipotesi non sarebbe in grado di offrire alcuna affidabilità dal punto di vista delle prospettive industriali ed editoriali, della solidità economico-finanziaria e della futura stabilità occupazionale. Quindi i giornalisti dei periodici affermano la propria netta contrarietà a qualsiasi operazione che, lambendo logiche politiche, possa mettere in discussione anche l’autonomia e l’indipendenza editoriale». È stato questo il comunicato del cdr dei periodici.
Si è aggiunta alla “battaglia” anche la Fnsi. La quale «esprime solidarietà ai giornalisti di Rcs Mediagroup e si unisce al loro “no” deciso all’ipotesi di svendita dei periodici. L’operazione ha un sapore incomprensibilmente politico. Il sindacato dei giornalisti italiano ha rigettato da subito il disegno di dismissione, chiusura, smembramento e depauperamento di Rcs. Inoltre ha denunciato il tentativo di disfarsi di professionalità e risorse preziose senza le garanzie di continuità dell’occupazione e del futuro dei giornalisti coinvolti e delle loro famiglie. La dirigenza di Rcs non può pensare di cedere parti importanti e di valore del proprio patrimonio storico ed editoriale a interlocutori che non assicurino una solidità economico-finanziaria, prospettive editoriali e stabilità a lungo termine dei posti di lavoro. La Fnsi si opporrà con tutte le forze. E farà sentire ovunque la sua voce contro operazioni irrispettose della dignità professionale e umana dei giornalisti». La Fnsi ha inoltre sottolineato che la crisi di Rcs è nata da scelta dirigenziali sbagliate (vedi il caso Recoletos). «Resteremo a fianco dei cdr – ha continuato la Fnsi – e tuteleremo i colleghi delle testate “in bilico”».