Scaduta l’esclusiva per la vendita di La7 a Urbano Cairo. E le trattative tra Telecom Italia e l’imprenditore torinese sono ancora indefinite. Potrebbero rispuntare il fondo Clessidra e Diego Della Valle per una nuova offerta per gli asset di Timedia. È anche possibile un’alleanza tra i due. Intanto l’attesa premia: il valore in Borsa della controllata di Telecom cresce.
Potrebbero complicarsi proprio in dirittura d’arrivo le trattative per la cessione di La7 a Cairo. Telecom Italia (che controlla il 77,7% di Timedia, che a sua volta possiede La7, il 51% di Mtv e 3 multiplex nazionali), nel cda del 18 febbraio, ha scelto di concedere l’esclusiva per la vendita della settima rete a Cairo. Questa era l’opzione privilegiata di Franco Bernabé, presidente esecutivo di Telecom. Una scelta che aveva fatto storcere il naso ai consiglieri rappresentati di Intesa Sanpaolo e Mediobanca i quali avrebbero preferito l’offerta del fondo Clessidra: comprare tutta Timedia per circa 300 milioni e il lancio di un’opa (offerta pubblica di acquisto) per la restante parte di società (il 22,7%).
E ad essere scartata, in quella sede, era stata anche la proposta di Diego Della Valle. L’imprenditore marchigiano aveva manifestato, infatti, il suo interesse per la sola La7 con una lettera scritta direttamente ai vertici Telecom. Il patron della Fiorentina, a dire il vero, avrebbe voluto coinvolgere una cordata di imprenditori del “made in Italy” e alcuni “personaggi noti” della stessa La7. Il tutto per rilanciare una tv di informazione seria, libera e plurale. Ma Della Valle aveva chiesto più tempo. In particolare il proprietario della Tod’s avrebbe voluto qualche settimana in più per qualificare la sua offerta (a quanto pare più vantaggiosa rispetto a quella prospettata da Cairo). Troppo tardi per Telecom. E, alla fine del consiglio era stato scelto Cairo, presidente della concessionaria per la pubblicità della stessa Timedia.
All’imprenditore torinese erano stati dati 5 giorni di trattativa esclusiva. Ma quest’ultima è scaduta il 23 febbraio. E l’altro ieri l’accordo tra Cairo e Telecom è apparso ancora ricco di incognite. Infatti l’ultimo cda di Timedia non è risultato decisivo. Anzi, ha messo in evidenza i nodi dell’affare: la “dote” di 95 milioni a Cairo, la “ripulitura” dai debiti da parte di Telecom, la tutela per eventuale cambiamento del numero 7 del telecomando, i 100 dipendenti da lasciare alla holding di telecomunicazioni, lo sconto di 10 milioni l’anno per l’affitto delle frequenze.
Dunque ora, formalmente i giochi sono di nuovo aperti. E Telecom dovrebbe convocare un nuovo cda per rivalutare le varie proposte messe sul piatto. Ma lo farà? Difficile dirlo. Comunque il fondo Clessidra e Della Valle pare non siano intenzionati a mollare. E non è esclusa una alleanza tra i due per l’acquisto di Timedia. L’accordo funzionerebbe così: Clessidra per la parte finanziaria. Della Valle per quella industriale.
Ora, la domanda che nasce spontanea è questa: in caso di una riapertura delle trattative, cosa deciderà il cda di Telecom? La scelta di consegnare a Cairo l’esclusiva per la vendita, va sottolineato, non era stata fatta a cuor leggero. Quattro consiglieri della società di telecomunicazioni in rappresentanza di Intesa e Mediobanca avevano votato contro la proposta “pro-Cairo” di Bernabé. A quindici giorni di distanza le idee saranno diverse? Non resta che aspettare il cda di Timedia del 4 marzo. In quella data, infatti, si dovrà approvare il bilancio del 2012; si dovrà analizzare il piano industriale per il triennio 2013-15; e poi, chissà, si dovrebbe concludere la trattativa con Cairo.
Se i negoziati dovessero riaprirsi sarà fondamentale il cda di Telecom che si terrà il 7 marzo. E i consiglieri della controllante di Timedia dovranno rimandare l’approvazione del bilancio del 2012 (impossibile da concludere senza la chiusura della vendita di Timedia) per ritrattare con Clessidra e Della Valle.
Intanto l’attesa sembra fare bene a Timedia. La quale, negli ultimi giorni ha visto crescere le sue quotazioni in Borsa.
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