La rapida approvazione del ddl di riforma dell’editoria è il grande tema che torna all’attenzione di tutti gli addetti ai lavori: il prossimo 12 luglio il testo approderà in Aula al Senato e tutto il settore è già in fermento. Abbiamo avuto modo di sottolineare più volte quanto sia necessario per i soggetti interessanti arrivare alla riforma in tempi brevi. E la Fnsi lo evidenzia una volta di più promuovendo una giornata di mobilitazione alla vigilia della discussione, lunedì 11 luglio.
Il sindacato dei giornalisti ha invitato anche tutte le associazioni regionali della stampa a promuovere iniziative analoghe sui rispettivi territori, incontrando istituzioni e parlamentari e accendendo in ogni caso i riflettori sulla necessità e l’urgenza di approvare il ddl e affrontare altre questioni delicate come cancellazione del reato di diffamazione e le querele temerarie.
Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, rispettivamente segretario e presidente della Fnsi, non negano che nel testo “non vengano affrontate alcune questioni che la nostra Federazione considera centrali”, ma “l’approvazione in tempi brevi di quella proposta di legge è essenziale per affrontare alcune delle criticità del nostro settore”.
Tra le questioni “in sospeso”, Lorusso e Giulietti individuano:
Insomma, sebbene rimangano delle criticità da superare il sindacato dei giornalisti auspica “una rapida approvazione del provvedimento, utile a dare al comparto qualche certezza in più”. Una volta arrivata l’approvazione del testo di legge seguiranno i decreti attuativi e Lorusso e Giulietti assicurano che “anche in quella sede continueremo a portare avanti le nostre istanze affinché siano fissate regole che diano certezze al settore sia in termini di risorse sia in termini di procedure”.
Appuntamento quindi all’11 luglio per la Giornata nazionale di mobilitazione per la riforma dell’editoria, con l’invito rivolto dalla Federazione anche a tutte le associazioni regionali. Anche perché, fa notare il sindacato, è necessario affrontare questioni delicate “senza prestare il fianco ai giochetti di interdizione di chi, attraverso forme più o meno mascherate di ostruzionismo, lavora per far saltare tutto”.
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