Il Tar del Lazio ha sospeso la decisione del 30 dicembre 2015 con cui il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio aveva escluso l’agenzia di stampa Il Velino dal contratto di acquisto di servizi giornalistici e informativi da parte del Governo. A darne notizia è Prima Comunicazione, seguita a ruota da siti e agenzie di stampa. Ora il Dipartimento dovrà consegnare entro 30 giorni al Velino tutto il carteggio relativo ai contratti delle altre agenzie di stampa.
La vicenda nasce lo scorso giugno, con il varo della cosiddetta direttiva Lotti, che aveva fissato nuovi criteri minimi per l’accesso delle agenzie di stampa ai servizi di Palazzo Chigi. La direttiva fin da subito non ha incontrato i favori delle varie organizzazioni della comunicazione, soprattutto per i tempi ritenuti troppo stretti per potersi adeguare, e già a febbraio il Consiglio di Stato si era espresso a favore di uno stop.
Questo è il motivo che ha spinto il Tar a decidere di sospendere la direttiva, che aveva colpito proprio Il Velino/Agv News. All’agenzia va quindi il primo round, il secondo,cioè l’udienza che dovrà discutere il ricorso nel merito è stata fissata per il prossimo 22 giugno. Ma quali effetti avrà questa decisione sul futuro del Velino e del pluralismo?
Dall’agenzia parlano della “difesa di quella pluralità dell’informazione di cui tutti cianciano, ma in difesa della quale ben pochi hanno deciso di schierarsi. Soprattutto della pluralità dell’informazione primaria, quella cioè che consente di far sapere che un fatto è accaduto, lasciando ad altri la scelta del se e come occuparsene. Controllare o limitare l’informazione primaria è il sogno di ogni regime, vogliamo credere che non sia stato anche l’obiettivo del sottosegretario all’Editoria Luca Lotti”.
Non si tratta di una contestazione al governo, spiegano ancora i redattori del Velino, anzi. Però, nel quadro del riordino generale del settore, lamentano un diverso trattamento delle agenzie rispetto agli altri protagonisti del mondo dell’editoria: “per tutti è passata la buona regola di demandare al Parlamento la riforma ed il riordino, non per le agenzie. A queste, già relegate al ruolo di fornitori di servizi e messe in un calderone dal bilancio unico, insieme alle spese per le pulizie e a quelle per le fotocopie, si decideva di riservare un trattamento diverso: la direttiva Lotti, appunto”.
Dopo aver cercato per mesi la possibilità di un confronto, si legge ancora sul sito dell’agenzia, l’unica cosa che ne è venuta fuori è un crescente isolamento, anche da parte dei sindacati, insieme ad una sensazione molto spiacevole, cioè quella di un atteggiamento del Dipartimento “pregiudiziale e non supportato da alcun elemento valido sul piano del miglioramento dell’offerta informativa”.
All’indomani della sentenza del Tar, Il Velino torna a proporre un confronto con tutte le parti interessate. Ovviamente anche con il Dipartimento per l’Editoria, “nei confronti del quale manteniamo un atteggiamento rispettoso, ma al quale ricordiamo che non vi può essere rispetto e correttezza di rapporti fuori da un rigida regola di reciprocità”, concludono i redattori dell’agenzia.
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