Il valore complessivo del Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni) nel 2010 è stato di 21 miliardi di euro. Persi 2 miliardi rispetto al 2009. Nessuno supera il limite del 20% imposto dalla legge. Mediaset e Rai si consolidano al comando. Segue Sky. Nei primi sei gruppi si concentrano più del 50% delle risorse totali. La tv cresce. La stampa cala. Lo ha attestato l’Agcom nell’ultimo consiglio.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa è il Sic. Si tratta di uno strumento nato nel 2004 con la legge Gasparri. L’obiettivo è evitare che si creino posizioni dominanti, con relativi abusi, nel settore delle comunicazioni. In altre parole il Sic stabilisce un tetto massimo di ricavi, il 20% di quelli complessivi. E nessun operatore può superare (nemmeno tramite società controllate) quel limite. Nel Sic sono incluse le tv, la stampa quotidiana e periodica, l’editoria, anche annuaristica ed elettronica, la radio, il web, il cinema e la pubblicità e le altre iniziative di comunicazione.
Bisogna precisare che delle regole c’erano anche prima del 2004. Ma la legge Gasparri ha, apparentemente, abbassato il limite “di sicurezza” della legge Maccanico. Quest’ultima poneva il tetto al 30%. Tuttavia la Gasparri allargato il valore del paniere totale. Il 30% della Maccanico corrispondeva a circa 12 miliardi. Il 20% della Gasparri arriva a oltre 20 miliardi (nel 2004, anno della nascita della legge, era di circa 26).
Passiamo ora ai dati forniti dall’Agcom. Si tratta dei dati del 2010, arrivano due anni dopo, ma sono comunque emblematici.
Innanzitutto i ricavi totali sono stati di 21 miliardi. 2 in meno rispetto al 2009 (in quell’anno se ne contavano 23). Quindi il tetto massimo, il 20% di 21 miliardi, per un singolo soggetto doveva essere di 4,2 miliardi. Niente paura. Nessuno lo ha superato il “limite Antitrust”. Ma non mancano posizioni di legittimo dominio.
In testa c’è Fininvest, che controlla Mediaset e Mondadori, che è arrivata a 3,3 miliardi, con una incidenza sulle risorse complessive del 16,04% (13,83% per Mediaset e 2,21% per Mondadori. Poi c’è la Rai a 2,7 miliardi, che attira a sé il 13,2% del totale. Al terzo posto la News Corporation, che comprende Sky e Fox, con 2,71 miliardi, pari al 12,9% della paniere (12,6% per Sky e 0,30% per Fox). Fuori dal podio Seat Pagine Gialle con 0,87 miliardi pari al 4,16%; il Gruppo Espresso con 0,86 miliardi equivalenti al 4,1% e Rcs Mediagroup con 0,83 pari al 3,96% del totale del Sic. Infine gli altri gruppi (in cui ci dovrebbe essere anche TIMedia) si spartiscono 9,57 miliardi, ovvero il 45,59% delle risorse complessive.
Sono dati significativi. Si nota che il “vecchio duopolio” rimane saldamente al comando. Inoltre Rai e Mediaset, anche se l’insieme si è ridotto, hanno aumentato la loro percentuale sul totale, rispettivamente del 3,01% e dell’ 1,4%. Nel 2009 Fininvest arrivava al 13,3% (16,04% nel 2010); nello stesso anno la Rai era al 11,8% (13,2% nel 2010). Lo stesso discorso vale anche per Sky, l’unica emittente a mordere le caviglie al “vecchio duopolio” (quando si dice che bisogna dare spazio ai nuovi entranti ci sarà un motivo). Infatti il colosso satellitare di Murdoch è passata dall’11,58% al 12,9%. In crescita anche Seat Pagine Gialle e il Gruppo Espresso. Quest’ultimo è arrivato al quinto posto, superando Rcs, in calo nel 2010.
Ma, analizzando in profondità i dati, ci sono anche altre “sfumature” da sottolineare. Vediamo che i primi sei gruppi (quelli citati in precedenza) attirano a sé più del 50% del totale del Sic, arrivando a circa 11,5 miliardi. Ciò significa che più della metà delle risorse totali si concentra nelle mani di sei società.
Inoltre, andando a diversificare i ricavi totali tra le singole aree, vediamo che è la tv che attira a sé il 46,4% del totale, arrivando a 9,8 miliardi. E sempre il piccolo schermo ha visto aumentare la propria fetta di ricavi con un +5,4% rispetto al 2009. Al secondo posto c’è la stampa, quotidiana e periodica, con il 30,3% e i relativi 6,4 miliardi. Ma per la carta stampata la quota è in calo del 2,1%.
Poi arriva l’editoria, sia annuaristica che elettronica, che arriva al 6,3%, totalizzando 1,3 miliardi. In seguito il cinema con 1,2 miliardi, pari al 5,8% seguito a ruota dalle sponsorizzazioni con il 5,6% per circa 1,2 miliardi; poi le altre iniziative di comunicazione al 3,3% con 689 milioni; infine la pubblicità esterna che totalizza 481 milioni, il 2,3% del totale.
Ora non ci resta che aspettare i dati del 2011.
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