Sarebbe potuta finire con una stretta di mano e invece è diventata la causa tecnologica del secolo: nel 2010, Apple – convinta che gli smartphone della linea Galaxy S e i tablet di Samsung copiassero i propri prodotti – offrì all’azienda sud-coreana una licenza per l’utilizzo dei brevetti. Una licenza che sarebbe costata a Samsung, secondo le stime, 250 milioni di dollari l’anno. E invece Samsung, convinta di essere nel giusto, rispose picche, portando i tribunali di tutto il mondo a dover decidere se gli smartphone della casa di Seul possono essere messi in commercio e dando vita alla miliardaria causa intentata da Cupertino contro le ‘Tre stelle’ (questo significa Samsung in coreano). Un processo che, secondo un testimone di parte Apple che ha testimoniato oggi nell’aula del tribunale di San José, tra i 2,5 e i 2,75 miliardi di dollari.
Il processo va avanti, e oggi è arrivata la prima parziale vittoria per Apple: il giudice Lucy Koh ha rigettato al mozione di Samsung secondo cui gli avvocati di Cupertino avessero fallito nel dimostrare la fondatezza nella causa intentata. Per la Koh, le prove addotte sono abbastanza per permettere alla giuria (perché a decidere saranno i dodici giurati, come succede nel sistema giudiziario americano) di emettere un verdetto sulla presunta violazione dei brevetti.
Finiti i testimoni dell’accusa – che hanno sfilato sul banco per raccontare quanto fossero scioccati nel vedere le somiglianze tra i Galaxy S e l’iPhone, tanto da arrivare a proporre l’accordo di licenza (30 dollari per ogni smartphone e 40 per ogni tablet venduto) – ora toccherà agli avvocati della Samsung dimostrare il contrario. Certo dovranno convincere i giurati che le prove portate da Apple non sono convincenti. E tra queste c’è uno studio interno della Samsung che comparava i due prodotti e concludeva che per migliorare il Galaxy S bisognasse “muoversi verso il modello dell’iPhone”; o l’archetipo, come scrive Apple.
Nulla di conclusivo, perché qui non si parla di somiglianze semplici ma di effettiva violazione dei brevetti. Per un’altra settimana andrà avanti il dibattimento, fino a martedì che la giuria dovrebbe ritirarsi per il verdetto. E chiudere questa telenovela legale che potrebbe costare carissima a Samsung e fargli vedere ben più di ‘tre stelle’.
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