Ussi : un nuovo protocollo Covid per garantire informazione

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Calcio e diritti tv, un business milionario

Il Covid sta per allentare la morsa ma la stampa sportiva ancora sconta le limitazioni dovute alle precauzioni anti contagio, così l’Ussi ha alzato la voce e ha chiesto, nero su bianco, di ripristinare regole e modalità certe e inclusive per garantire l’informazione. Poche settimane fa, il governo ha disposto la riapertura, al 100 per cento, degli stadi italiani. Ma per l’Ussi il Covid limita ancora la libertà di stampa e di accesso agli eventi sportivi.

Le regole nuove, spiegano i giornalisti, per loro non valgono. Le tribune stampa rimangono ridotte nella capienza e il distanziamento che dovrebbe essere garantito non è più contemplato nei fatti. Ma il problema riguarderebbe anche, o forse soprattutto, la questione degli accrediti. Per la stragrande maggioranza dei casi, le società limiterebbero l’ingresso ancora a un solo giornalista per testata. Le cosiddette “mixed zone”, dove i cronisti possono incontrare i tesserati restano ancora off limits. Ai fotografi è impedito e limitato avvicinarsi alle panchine delle squadre di calcio. Peggio ancora, pare impossibile avvicinarsi al lato corto dei campi.

La vicenda ha indotto l’Ussi ad alzare la voce, chiedendo di fatto la redazione di un nuovo protocollo che valga per tutti. Ma la vera questione, e l’Ussi seppur di sfuggita l’affronta in una nota, riguarda i diritti e le esclusive concesse dagli organismi di governo e controllo del pallone. Che hanno finito per limitare, e non poco, il pluralismo nel pallone. Per la stampa sportiva, l’ultimo caso è stato paradossale: per “colpa” di diritti ed esclusive, nessun fotografo era presente alla conferenza di presentazione del nuovo presidente della Lega di Serie A.

Il racconto del calcio rappresenta un’importante voce nel lavoro del giornalismo. Ma rappresenta anche un fondamentale introito per le casse dei club e delle Leghe. C’è da trovare, con urgenza, un equilibrio tra le varie esigenze. E il Covid non può restare una “giustificazione” per limitare gli accessi dei giornalisti sportivi alle competizione. Del resto è perché se ne parla, e tantissimo, di pallone se i club possono guadagnare. Scegliere poche voci può rappresentare un controsenso e un autogol che alla lunga può intaccare la passione sportiva.

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