L’Uspi è pronta a reagire sulle disdette dei contratti. E il presidente dell’unione della stampa periodica italiana adesso ha inviato una lettera in cui chiede un passo indietro per evitare eccessivi sconvolgimenti e i contraccolpi negativi che inevitabilmente sorgerebbero negando validità ai contratti sul modello Uspi.
Come riporta Giornalisti Italia, Francesco Vetere ha scritto una lettera in cui ha chiamato direttamente nella vicenda la Fnsi e l’Inpgi a cui ha diretto il suo appello: “È necessario un chiarimento della Fnsi per guidare questa difficile transizione che mette in grave pericolo le aziende e i giornalisti, privati di ogni garanzia per il futuro, in ordine alla stessa sopravvivenza di un intero settore”.
E ancora, Vetere ha spiegato: “Per giurisprudenza e prassi costanti, nulla giustificava una decisione del genere da parte dell’Inpgi, ma su questo le nostre perplessità troveranno risposta nelle sedi opportune. L’Inpgi ha agito con un margine di discrezionalità molto ampio, ben potendo decidere diversamente, evitando tutte le conseguenze disastrose che inevitabilmente si presenteranno”.
La questione è delicatissima e cade in un momento drammatico per l’editoria nazionale e locale: “L’emergenza Covid 19 ha messo in ginocchio le aziende, portando un calo del 50% almeno degli investimenti pubblicitari e rendendo già solo per questo difficilissimo sostenere i costi aziendali. Era già stata stravolta ogni previsione sulla quale gli editori avevano impostato e programmato il 2020. La decisione dell’Inpgi, almeno sui lavoratori dipendenti a orario, determina un tale aggravio di costi da configurare il profilo della eccessiva onerosità sopravvenuta, legittimando gli editori a ogni decisione sul futuro dei dipendenti giornalisti”.
Ma ci sono punti della questione, nodi di natura giuridica e contrattuale che rischiano di riverdersi drammaticamente sui lavoratori: “Si pongono, inoltre i temi del trattamento dei dipendenti con un contratto scaduto, in ordine alla cessazione della convenzione con Casagit, in ordine al profilo più volte rimarcato dalla giurisprudenza del venir meno degli scatti di anzianità, in ordine alla parte del contratto nazionale che riguarda il lavoro autonomo e molto altro ancora”.
Infine il presidente dell’Uspi ha affermato: “Al di là di ogni possibile decisione sulla trattativa in corso, è necessaria una sollecita decisione per regolare il presente e ridare serenità a tutti, nella consapevolezza di dover salvaguardare il sistema dell’informazione, il pluralismo, l’occupazione. In altri termini, il fondamento stesso della nostra democrazia e, in particolare, della nostra funzione, in quanto responsabili del settore”.