Niente telecamere al processo Rinascita Scott contro la ‘ndrangheta in Calabria. La decisione ha fatto storcere il naso ai giornalisti e sono state molte le prese di posizione da parte delle associazioni e delle sigle di categoria che hanno chiesto un ripensamento alle autorità sulla questione.
Nella giornata di ieri, alla cittadella giudiziaria di Lamezia Terme dove è iniziato il maxi-processo, si sono registrate delle tensioni con i giornalisti. A cui è stato precluso filmare e così documentare con video l’inizio del processo che vede centinaia di imputati ritenuti, a vario titolo e con differenti responsabilità, espressione della criminalità organizzata.
Tra le altre, s’è alzata la voce dell’Usigrai: “È il più grande processo alla ‘ndrangheta.
I cittadini hanno diritto a essere informati. Per questo è sbagliata la decisione del giudice, che così impedirà una completa documentazione del processo “Rinascita Scott” che vede imputate oltre 300 persone. La motivazione delle restrizioni covid19 è inaccettabile”.
E ancora: “Sarebbe bastato – come in altri procedimenti- autorizzare le riprese da parte di un operatore, ad esempio la Rai come Servizio Pubblico, con l’obbligo di fornire le immagini a tutte le altre tv italiane ed estere”. E infine l’appello: “Ci auguriamo che questa decisione venga rivista e si consenta quindi ai cittadini di conoscere fino in fondo ciò che avverrà in una processo storico che riguarda la lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese”.