“Se sei allineato con Fdi lavori, altrimenti ti licenziano”. L’Usigrai attacca la Rai e il governo. Il caso Bortone si trasforma nell’occasione per azzannare l’esecutivo e, in particolare, il partito di maggioranza, Fratelli d’Italia. E trova al suo fianco anche la Fnsi. È un attacco totale, concentrico, che lascia davvero poco spazio agli sherpa di un’eventuale ricomposizione. Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha definito “vergognoso escludere dai palinsesti Rai la trasmissione ‘Che Sarà’ di Serena Bortone” perché “nei confronti dell’azienda la collega non si è macchiata di alcuna mancanza disciplinare da dover punire, ma ha coraggiosamente rivelato agli italiani un attacco alla libertà di informazione”.
L’accusa continua: “Mentre in Italia una maldestra censura si è abbattuta sul monologo di Antonio Scurati, la Francia ha insignito lo scrittore di un prestigioso riconoscimento nominandolo Cavaliere delle Arti e delle Lettere. Macron non è un pericoloso comunista, ma di sicuro un sincero democratico, come ha dimostrato anche nel voler tutelare il corpo delle donne”.
Le parole scritte in una nota dall’esecutivo Usigrai sono pesanti: “Colpirne una per educarne cento. Il metodo della Rai di oggi è chiaro. Se sei allineato con il governo puoi andare sul palco di Fratelli d’Italia, parlare di ‘nostro partito’, come ha fatto il direttore dell’Approfondimento, senza alcun tipo di contestazione. Chi, invece, come Serena Bortone osa ribellarsi alla censura di un ospite ‘per ragioni editoriali’, deve essere punito, anzi, licenziato, come dichiarato dall’Ad Sergio, e magari cancellato dal palinsesto. E mentre sono pronti a mandare in panchina una dipendente, la Rai è pronta la chiamata dell’ennesima giornalista esterna, senza valorizzare chi già è in azienda”.
Per il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, «quando parlavamo di controllo asfissiante della politica ci riferivamo a questo. La Rai, per questo vertice aziendale, deve essere megafono del governo. Questo – incalza l’Usigrai – è stato il cambio di narrazione che teorizzavano. Le voci scomode vanno ‘licenziate’ o quantomeno escluse dal palinsesto o ridimensionate, come tentano di fare con Report; alla trasmissione di inchiesta di Raitre provano e ridurre le puntate, limare le repliche o ritardare la partenza della prossima stagione”.