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USA/ERIC SCHMIDT SUL SOPA: «LEGGE INEFFICACE CHE POTREBBE CAMBIARE IL MODO IN CUI FUNZIONA INTERNET»

Il Ceo di Google si scaglia contro il disegno di legge antipirateria “Stop Online Piracy Act” in procinto di essere discusso alla Commissione di Giustizia della Camera il prossimo 15 dicembre.
Riferendosi anche all’altra bozza di legge, il Protect Ip Act (Bill S-968), presentata dal Senatore Patrick Leahy lo scorso maggio e di cui il Sopa costituirebbe la naturale estensione, Eric Schmidt definisce errato l’approccio di entrambi i testi alla difesa a tutti i costi del copyright su internet: «Il problema con i due disegni di legge è che mirano a risolvere le questioni sbagliate».
Il Ceo di Google esprime perplessità sulle misure di intervento prospettate dalla bozza di legge, come la richiesta di rimozione forzata di link a file protetti, che risulterebbero inapplicabili da un punto di vista tecnico oltre a risultare inutili ai fini pratici. Secondo Schmidt si otterrebbe solo di smistare l’attività criminale verso altri siti (mediante servers proxy localizzati all’estero che diano accesso al sito o ai file incriminati) e innescando un processo a catena che rischierebbe di «interrompere internet e (compromettere) la sue modalità di funzionamento». E continua «La soluzione corretta, che abbiamo più volte ribadito, è quella di inseguire i soldi, rendendo più esplicitamente illegale il lucro ottenuto da quei file protetti da diritto d’autore».
Il Presidente Esecutivo di Google si è inoltre soffermato sul rischio di violazione del Primo Emendamento della Costituzione Usa che protegge il diritto alla libertà di parola, che questa legge dovrebbe garantire. Immediata la replica del Senatore Patrick Leahy: «Non esiste un primo emendamento sul diritto “a rubare”. Questo provvedimento proteggerà i diritti di proprietà intellettuale Americani che a loro volta arricchiscono la nostra economia e creano posti di lavoro».
Entrambi i disegni di legge, Protect Ip Act e Sopa, sono stati non a caso fortemente voluti dalla MPAA e dalla RIAA che associano rispettivamente gli interessi dei big del comparto cinematografico e discografico oltre a ricevere l’importante sostegno della Camera di Commercio Statunitense. Secondo stime (non si sa quanto indipendenti) riportate da tutti e tre i poli associativi, 135milioni di dollari all’anno sarebbe la cifra sottratta dalla pirateria online all’economia di settore. Non si è fatto inoltre mistero sulle pressioni esercitate al Congresso attraverso la lettera firmata da 350 nomi di imprese ed organizzazioni al fine di incoraggiare l’approvazione in tempi rapidi del provvedimento. Un aspetto, questo, che da solo lascerebbe intuire l’entità degli interessi in gioco.

Manuela Avino

editoriatv

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