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Usa: vittoria colossi tv, Aereo deve pagare diritti autore

Le grandi emittenti televisive americane possono cantare vittoria: Aereo, la piccola start up in grado di vendere e trasmettere ‘live’ programmi tv su internet – dai film alle ‘sit commedy’, dai programmi per ragazzi alle partite di basket o di football – ha perso la sua battaglia. E’ stata la Corte Suprema degli Stati Uniti a sancire che questa attivita’ via streaming viola il copyright, i diritti d’autore dei big del piccolo schermo: dalla Cbs a Comcast, dalla Nbc alla Fox, passando per la Disney. Colossi che, abituati a competere tra loro, per una volta si sono ritrovati uniti, per combattere un nemico comune. Alleati, per affrontare la sfida lanciata dal magnate Barry Diller il cui sogno, partendo da Aereo, era quello di trasformare l’industria televisiva, facendo di internet il luogo per la tv del futuro. Una prospettiva che i giganti del settore vedono come una minaccia ai loro guadagni. Cosi’, in questa sorta di Davide contro Golia stavolta non c’e’ stata storia. Sei ‘saggi’ su nove della Corte hanno dato ragione ai piu’ forti, che avevano avviato l’azione legale contro l’odiata start up gia’ nel 2012. Start up a cui chiedevano e chiedono di pagare i diritti d’autore, accusandola di mettere a rischio con la sua politica l’intero settore televisivo. Il braccio di ferro e’ durato oltre due anni, e alla fine i giudici costituzionali hanno stabilito che Aereo deve comportarsi come qualunque altro fornitore di servizi televisivi, dunque pagare i diritti se vuole trasmettere via internet programmi dal vivo di altre emittenti. E a nulla e’ valsa la difesa della start up. Linea difensiva fondata sul fatto che in materia non esistono regole certe negli Stati Uniti. Non c’e’ una legislazione precisa. Ora il futuro per la creazione di Diller si fa incerto. La sentenza della Corte potrebbe significare la fine di Aereo, che fino all’ultimo aveva sperato di farla franca. E gia’ progettava di estendere il proprio raggio di azione a un numero sempre piu’ elevato di citta’ americane, oltre alle undici gia’ coperte. E invece a brindare a Wall Street sono proprio i grandi gruppi, le cui azioni dopo la sentenza hanno subito una notevole impennata.

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