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Usa. Scandalo Facebook su anticipazioni di voto alle Primarie

E’ l’ultima trovata del social network in termini di interscambio di database degli utenti stavolta concessa non per scopi di marketing ma a fini elettorali. Negli Stati Uniti le primarie repubblicane si fanno sempre più roventi tanto da assoldare un social network quale Facebook per ottenere dal traffico dei suoi iscritti informazioni preziose sulle tendenze di voto dell’elettorato, in vista delle primarie del 21 gennaio. L’accordo sottoscritto giovedì scorso tra la creatura di Zuckerberg ed il sito specializzato Politico.com prevede la garanzia di accesso all’immensa banca dati dei 160milioni di utenti dislocati su territorio Usa. Il sito partner potrà cioè avere a disposizione le statistiche sui vari aggiornamenti di stato dei profili facebook privati e non, i commenti personali su ciascun candidato presenti in bacheca nonché le menzioni positive o negative associate ai rispettivi nomi. Il tutto avverrà attraverso un processo automatizzato ed anonimo che, come rivela il sito specializzato AllThingsD, darà in pasto ad un “sentiment analysis tool” (strumento di analisi dell’umore condiviso) l’intera mole di informazioni, una sorta di barometro che trasformerà ogni singola pagina del social network in veri e propri “profili di gradimento”.  Sulle ipotesi di un rischio di violazione della Privacy paventato da più parti, è intervenuto il team di Facebook che ha chiarito si tratti in realtà di un’analisi aggregata in cui i milioni di post dei cittadini verranno inclusi senza rivelarne l’identità. A gestire la trasmigrazione dei dati tra i due portali ci penserà un programma, spiega Politico.com, denominato LIWC (Linguistic Inquiry and Word Count, ossia Interrogazione – analitica, s’intende – linguistica e Conteggio Parole), descritto come un “software consolidato, utilizzato di frequente nella ricerca psicologica per individuare emozioni positive e negative nel testo”. Il tutto al timido prezzo di 89 dollari. C’è da chiedersi quale sia invece il valore di una partnership che punta a fare del social network numero uno del momento, lo spazio privilegiato dove condurre dei veri e propri sondaggi elettorali, strumento prezioso per i governi di futura o rinnovata elezione.
Al momento non è dato sapere che fine faranno le informazioni raccolte, una volta finita la tornata elettorale. Certo è che negli Usa è ormai prassi consolidata quella di “origliare” le conversazioni degli internauti. Software specializzati nel “web listening” vengono da tempo impiegati da multinazionali ed aziende per indagare gusti e preferenze dei consumatori o potenziali clienti. Tutt’altra storia è però delegare ad un sito esterno la gestione (anche se in forma anonima) di un enorme database come quello posseduto da Facebook attraverso un accordo formalizzato ed a servizio dei piani alti del potere.
Luana Lo Masto

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