Scontro aperto in tribunale fra Facebook e la Procura distrettuale di Manhattan sulla richiesta del governo americano di accedere ai contenuti di centinaia di account del social network. Secondo quanto riportato dal New York Times, il social network si è schierato con i suoi iscritti, ritenendo che la richiesta, avanzata la scorsa estate, ma resa pubblica solo ora, sia «incostituzionale» perché «vìola i diritti degli utenti». Il governo americano ha richiesto l’accesso quasi completo agli account di 381 persone: all’opposizione di Facebook, un giudice federale di New York ha replicato seccamente, definendola «non giusta» perché Facebook è solo il depositario dei dati e oggetto delle indagini. Per tutelare le inchieste, il giudice si era spinto anche oltre, addirittura vietando a Facebook di informare gli interessati della richiesta che li riguarda. Il caso è arrivato ora in appello e il dibattito è sul quarto emendamento (wikipedia) , quello che nella Costituzione americana difende i cittadini da ingiuste perquisizioni, arresti e confische irragionevoli: gli avvocati di Facebook hanno detto che si impegnano a combattere in appello perché «preoccupati per l’ampiezza della richiesta» (descritta come «l’equivalente digitale di una richiesta di sequestrare in un colpo solo ogni cosa in quasi 400 case») e per la decisione del giudice di non consentire a Facebook di contrastare o bloccare la richiesta stessa.(repubblica.it)