La stampa statunitense, salvo poche eccezioni, continua a perdere copie e gode di buona salute solo nelle edizioni on line. L’Audit Bureau of Circulation, l’agenzia Usa che monitora le tirature, ha registrato un crollo negli ultimi sei mesi del 3,5% delle copie vendute. Tra le testate più colpite il New York Times che ha perso il 9,2% per l’edizione domenicale (-150.000 copie) e il 3,8% per il resto della settimana portando la diffusione media a quota 1.077.256 copie. Ne faranno le spese i giornalisti: è previsto un taglio di 100 unità. Male anche il Washington Post: -3,5% dal lunedì al sabato. In controtendenza il nuovo gioiello di Rupert Murdoch, il Wall Street Journal che ha registrato un progresso dello 0,3%, raggiungendo una media di 2.069.463 copie.
Si inserisce bene in questi dati la notizia che il quotidiano statunitense, The Capital Times, fondato nel 1917 da William T. Evjue, abbandona l’edizione cartacea per concentrarsi esclusivamente su quella on-line. Una decisione necessaria, per adeguarsi ai tempi che cambiano, ma non per forza da attribuire esclusivamente alla predominanza di internet. In un lungo editoriale, Jane Burns spiega, infatti, che “i giornali hanno cominciato a morire prima che questa cosa chiamata internet fosse inventata”.
La causa, secondo Burns, è “l’indifferenza come questione culturale”, che ha ormai fatto perdere interesse nell’importanza di battersi per un’informazione libera da interessi di parte.
Certo, i media non sono del tutto incolpevoli di questa emorragia di lettori: troppo gossip per sviare i lettori dalle questioni più importanti, troppa poca resistenza alle richieste di editori sempre più orientati al mero profitto hanno creato sfiducia verso i mezzi di informazione. E in questo senso, internet non può che rivelarsi un prezioso alleato. “L’avanzata del citizen journalism, l’impegno individuale e la mancanza di confini potrebbero essere la soluzione per un’informazione veritiera se questi fattori verranno gestiti in maniera sistematica e credibile”.
Una sfida, insomma, perseguita sì in nome della libera informazione, ma anche a causa di vendite sempre più deboli, con una distribuzione scesa dalle 40 mila copie degli anni sessanta alle attuali 18 mila. Da qui la decisione del Capital di mantenere solo due edizioni cartacee a settimana. Una scelta che peserà sui 20 giornalisti che perderanno il posto.
Le nuove tecnologie sono una soluzione ma anche una grande occasione. L’ampia diffusione della banda larga permette, infatti, ai tradizionali lettori della carta stampata di passare molto più tempo on-line, mentre i giovani che non hanno stabilito ancora un rapporto di fidelizzazione con un quotidiano, passano più facilmente e in maniera diretta all’informazione on-line.
Fabiana Cammarano
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