Il ministro Adolfo Urso trascina Report in tribunale e intanto Sigfrido Ranucci si difende: “Mai manipolate le interviste”. Il fine settimana è stato molto movimentato tra la Rai e i palazzi del potere. L’estate, come fin troppo noto, è il tempo delle repliche. In tv non passa altro. Nemmeno la trasmissione d’inchiesta della terza rete si sottrae alla “regola” non scritta della televisione sotto l’ombrellone. Solo che rivedersi su Report ha mandato il ministro Urso fuori dai gangheri al punto da promettere querela al programma condotto da Sigfrido Ranucci.
In una nota, è stato proprio il ministro a mettere nero su bianco tutto il suo disappunto: “RaiTre ha trasmesso in replica, per la terza volta, il medesimo servizio di Report del 29 maggio scorso, che riguarda la mia attività politica e istituzionale, già trasmesso in replica lunedì 24 luglio. Tutto questo, ancora una volta, senza dar conto delle mie denunce penali e di quelle delle altre persone coinvolte per le affermazioni del tutto false ivi contenute”. Parole già dure a cui Urso aggiunge: “Ho dato mandato ai miei legali di accludere anche questo atto senza precedenti nella causa per diffamazione già iscritta in ruolo dalla Procura della Repubblica di Roma nei confronti del direttore di Report, Ranucci, e di presentare un’altra querela nei confronti di coloro che hanno programmato le repliche nel palinsesto Rai, pur consapevoli anch’essi delle denunce in corso e di quanto pubblicamente emerso nel frattempo, che dimostra la assoluta infondatezza del servizio, basato su testimonianze manipolate e su una chiara volontà diffamatoria”. Infine la conclusione del ministro: “Aggiungo di aver denunciato la vicenda all’Ordine dei giornalisti affinché proceda nei confronti del signor Ranucci per la clamorosa e perdurante violazione della deontologia professionale”.
Tirato in ballo, Ranucci, sul suo profilo social, replica punto per punto alle accuse giuntegli dal ministero al Made in Italy. “Ringrazio il signor ministro Adolfo Urso, ma non sono il direttore di Report. Appartengo alla schiera dei vicedirettori al momento azzerati. In merito a quanto contestato si fa presente che Report prima della puntata in questione aveva più volte invitato il signor ministro a rilasciare un’intervista sulle questioni sollevate. Il signor ministro ha declinato l’invito evitando il contraddittorio che non è avvenuto non per responsabilità di Report. Tuttavia era stata inviata al signor ministro una mail con delle domande. Di gran parte delle risposte è stato dato conto durante la puntata”.
E ancora: “La lettera integrale è stata pubblicata sul sito. Così come tutte le informazioni successive giunte alla redazione dopo la puntata. Tali informazioni sono state rilanciate sui social a ogni replica. Report fa presente che nessun atto o notifica di querela è giunto al momento in redazione tale da bloccare la regolare messa in onda delle puntate. Anche perché le repliche di Report rappresentano una risorsa per l’azienda in quanto sono a costo zero”. Quindi la rassicurazione a Urso: “Report fa anche presente che nessuna intervista è stata manipolata. Tale accusa è grave ed è facilmente smentibile attraverso le interviste originali in possesso degli inviati”.
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