L’assemblea delle redattrici e dei redattori de l’Unità torna a esprimere fortissima preoccupazione per le notizie relative al possibile ingresso maggioritario (si parla del 70%) del Gruppo Caso nella proprietà del giornale.
Ecco il testo del comunicato:
Le informazioni che riguardano la storia imprenditoriale di questa società, infatti, pongono forti e oggettivi interrogativi sulla sua affidabilità economica e sul suo rispetto dei più elementari diritti sindacali: è una storia di aziende e giornali aperti e chiusi, di licenziamenti in blocco, di lavoratori lasciati senza stipendio e senza lavoro. Questo non può non preoccupare i giornalisti de l’Unità che pongono all’attuale proprietà un’esigenza inderogabile di trasparenza e di coerenza con la storia e l’identità del quotidiano: è necessaria una verifica approfondita non solo sulle garanzie che chi è interessato ad entrare nella compagine azionaria deve fornire, ma anche sul progetto editoriale indispensabile per il rilancio della testata. Esigenze già poste con forza quando si è presentata la possibilità concreta dell’ingresso della Tosinvest degli Angelucci nell’Unità.
Come in passato, chiediamo un’articolazione proprietaria che sia di garanzia e di equilibrio per i lettori, per l’attuale compagine azionaria, per la redazione e per l’area di riferimento culturale e politica del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Nessun percorso è obbligato se il prezzo da pagare è, come minimo, quello di una caduta d’immagine irreparabile per il giornale.
Questo chiama in causa direttamente il Partito democratico e il suo segretario Walter Veltroni, anche in considerazione del fatto che l’Unità gode del finanziamento pubblico dei Ds, che nel Pd sono confluiti.
L’urgente problema dell’assetto proprietario del giornale non può non essere centrale nell’agenda politica del Partito democratico nel suo complesso. Abbiamo apprezzato le dichiarazioni a sostegno all’Unità del segretario e di tanti esponenti del Pd e del centrosinistra. Ma queste da sole non bastano più. Al segretario del Pd ricordiamo che è questo il momento degli atti espliciti e conseguenti: per questo chiediamo a Walter Veltroni, già nostro direttore, un incontro in tempi brevi con l’intera redazione.
Il giornale rischia un deperimento. E il pericolo è che le capacità professionali di cui dispone possano essere mortificate da una affannata gestione editoriale e industriale. E una situazione di stagnazione che ha un’influenza negativa e non più accettabile sull’organizzazione del lavoro e sulla valorizzazione delle competenze del giornale.
Per tutti questi motivi i giornalisti de l’Unità – confidando anche nella comprensione e nella solidarietà dei lettori – ben consapevoli delle difficoltà del momento, e attenti alle risposte che potranno venire nei prossimi giorni, proclamano una giornata di sciopero per il 26 marzo 2008.
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