Un’informazione libera richiede fatti, non bastano i principi

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Ad agosto del 2025 entrerà in vigore il Media freedom act, il Regolamento europeo che introdurrà una serie di norme di carattere sovranazionale a tutela dei media e del pluralismo. L’autonomia dei giornalisti rispetto agli esecutivi, al potere giudiziario e alla proprietà dei giornali è uno dei principi cardine. Mai come nell’ultimo periodo in Italia si sta andando esattamente nella direzione opposta. Il Governo, infatti, in nome del garantismo, ha introdotto una serie di norme che limitano la libertà d’informazione dei media e che, comunque, sottomettono i giornalisti al concreto rischio di azioni penali e civili, sottoponendoli, quindi, con nuove norme al vaglio dell’autorità giudiziaria. In altri termini, il garantismo nei confronti degli indagati rischia di creare nuovi indagati. Dall’altro lato negli ultimi giorni i giornalisti del gruppo Gedi hanno dichiarato due giorni di sciopero per le pressioni che la proprietà del gruppo sembra aver esercitato in occasione di un evento a cui la famiglia Agnelli ha dimostrato grande interesse. Arrivando addirittura a trasmettere in diretta l’evento sul sito del giornale con lo sciopero in corso. Il punto è che con ogni evidenza sia le modifiche normative che l’atteggiamento della proprietà di uno dei principali gruppi editoriali italiani, che tra l’altro coincide con la medesima proprietà del maggiore gruppo industriale del Paese, evidenzia l’esigenza di passare da dichiarazioni di principio a norme effettive che consentano di tradurre in fatti, ossia fattispecie precise dalla legge, quello che appare buon senso.

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