UNA NUOVA AUTORITA’ PER IL SISTEMA DELLE TLC IN EUROPA: IL BEREC.

0
535

La creazione di un mercato europeo “armonizzato” delle comunicazioni diventa una prospettiva possibile.
Anche se probabilmente, non così vicina come sembrava essere.
Non sono infatti ancora sciolti tutti i nodi del “pacchetto telecom”, che riguarda il sistema di riforma delle telecomunicazioni nei giorni scorsi sottoposto al vaglio dell’Europarlamento, contenente misure orientate all’armonizzazione del sistema delle telecomunicazioni nello spazio europeo.
Dopo la decisione del Parlamento Europeo di riaffermare con un emendamento il principio secondo cui “in mancanza di una decisione preliminare dell’autorità giudiziaria non possono essere imposte limitazioni ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti di Internet”, è saltato il compromesso faticosamente raggiunto da Commissione, Consiglio e Parlamento, trascinando con sé l’intera riforma delle norme europee sulle telecomunicazioni.
La decisione di inserire l’emendamento riflette l’attuale contesto in cui si inserisce la tanto impopolare legge francese Hadopi, che come si ricorderà, prevede misure sanzionatorie molto pesanti per i “pirati” del web, (la regola dei ‘tre strikes’), che trasversalmente colpiscono anche gli operatori delle telecomunicazioni.
Il 12 giugno, la questione passerà al Consiglio dei ministri delle telecomunicazioni, che dovrà decidere se accettare o meno il pacchetto di riforme. Se il pacchetto non dovesse “salvarsi”, sarà la nuova Commissione Ue e il nuovo Parlamento ad occuparsi della riforma del sistema delle tlc.
Viviane Reding, Commissario Ue alla Società dell’Informazione ha salutato con favore il forte appoggio che il Parlamento Europeo ha dato al pacchetto di riforma per i tre punti più rilevanti: le nuove direttive sullo spettro radio e quelle sul Gsm e l’istituzione di un nuovo organismo comunitario per le telecomunicazioni: si chiamerà BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications), la sua funzione sarà la regolamentazione per le comunicazioni per una più efficace armonizzazione del sistema delle telecomunicazioni nello spazio europeo.
Il BEREC, che supererà il sistema dell’ERG (European Regulatory Group, l’organismo che dal 2002 raccoglie le autorità garanti del sistema delle comunicazioni dei paesi membri) avrà un effetto più incisivo sulle politiche interne degli 27 stati membri e prevederà un maggiore coinvolgimento delle Autorità nazionali nei processi regolamentari comunitari.
Il BEREC sarà composto da un consiglio dei capi delle 27 autorità nazionali di regolamentazione e di un rappresentante della Commissione europea.
Il BEREC dovrebbe “fungere da forum esclusivo per la cooperazione tra le Autorità Nazionali di regolamentazione e tra queste ultime e la Commissione, nell’esercizio di tutte le loro responsabilità all’interno del quadro normativo dell’Unione europeo. Esso dovrebbe fornire competenze e instaurare la fiducia grazie alla propria indipendenza, alla qualità delle sue consulenze e informazioni, alla trasparenza delle procedure e dei metodi operativi come pure alla diligenza nell’esecuzione dei suoi compiti”.
La nuova autorità comunitaria costituirà inoltre “un ambito di riflessione, dibattito e consulenza per il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione nel settore delle comunicazioni elettroniche”. La funzione consultiva può attivarsi di sua iniziativa o su richiesta di questi ultimi.
L’importante riforma delle comunicazioni elettroniche è stata messa in risalto dalla popolare spagnola Pilar del Castillo, che si è occupata della relazione per la creazione del regolatore europeo per le telecomunicazioni: “se c’è un settore che può aiutarci a uscire da questa crisi, è quello delle tecnologie per la comunicazione e l’informazione”. Dello stesso avviso è la collega socialista Francisca Pleguezuelos, responsabile della legge sulle frequenze per la telefonia mobile: “non dobbiamo scordarci che nell’Unione Europea le telecomunicazioni producono un turnover di 300 miliardi di euro all’anno”.
In Italia invece c’è fermento per l’asta indetta dal Ministero dello Sviluppo economico sulle frequenze UMTS lasciate libere da IPSE. Tim, Vodafone e Wind hanno già superato l’iter burocratico. H3g dovrà implementare tutta la documentazione. L’offerta base sarà di 495 mil di euro. Il 9 giugno le offerte saranno aperte a Viale America. Ricordiamo che sul piatto ci saranno frequenze per 15 Mhz, che si aggiungono ad altri 10 Mhz liberi dopo la dismissione delle frequenze Tacs.
(Serena Fusco)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome