Il servizio del TgR Emilia Romagna sul raduno neofascista a Predappio scatena una bufera in Rai. È andato in onda nella serata di domenica e ha sollevato in 24 ore un’ondata di polemica innescata dal deputato dem Michele Anzaldi che ha investito, prima ancora che la politica, gli stessi giornalisti.
Il comitato di redazione, infatti, s’è subito dissociato dai contenuti del servizio. “La Rai Servizio Pubblico trova il suo fondamento nel Contratto di Servizio, che è strettamente ancorato alla Costituzione italiana, antifascista e antirazzista. Pertanto non è ammissibile qualunque servizio che esca da questa cornice o – peggio – una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo. Il CdR precisa che la messa in onda dei servizi è stata decisa dal caporedattore”.
Sull’episodio l’amministratore delegato Fabrizio Salini ha deciso di aprire un’inchiesta interna mentre il direttore della rete di TgR, Alessandro Casarin fa chiarezza sulla linea editoriale: “La Direzione della Tgr si dissocia dal servizio relativo alla commemorazione di Benito Mussolini a Predappio e ne prende le distanze. Linea editoriale che, come ho illustrato alle 24 redazioni della Tgr, si basa sul principio di una informazione equilibrata, a garanzia di un contradditorio in tutti i servizi, dalla politica alla cronaca. Equilibrio che deve rispettare la storia della democrazia italiana. D’intesa con l’Azienda saranno effettuate le valutazioni del caso”.
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