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Crisi edicole, diario di un giorno da edicolante. Tanto lavoro e sacrificio per un pugno di mosche….

Oggi ho deciso di ripetere l’esperimento fatto alcuni mesi fa (qui per leggere) di lavorare fianco a fianco con il mio caro amico edicolante Gigi, e nemmeno questa volta le sorprese sono mancate. Ci eravamo lasciati col Governo Letta, che, sia nel Decreto del fare che nella Finanziaria, aveva promesso di “aiutare” la categoria mettendo un freno alle liberalizzazioni e soprattutto mettendo ordine alle rese. Legnini ci ha provato ma da quanto visto stamane in edicola, il suo intervento non è bastato..
E’ una giornata piovosa e fredda, ma ciò nonostante decido di tener fede all’impegno con Gigi e mi sveglio più o meno alle 5 del mattino. Poco dopo ero già al posto di combattimento dinanzi all’edicola. Gigi mi saluta con affetto. Aveva le mani consumate dalla carta e sotto una pioggia incessante si apprestava ad aprire il suo punto vendita. Poco dopo arriva il distributore ma a differenza della volta scorsa, resta a parlare animatamente con Gigi per pochi minuti. Ad un certo punto non vedendo scaricare i giornali mi sono preoccupato che la situazione potesse degenerare. Sono stati pochi attimi. Quelli giusti per capire che il distributore voleva dei soldi (credo extra) da Gigi per il trasporto. In verità non ci ho capito molto. Poco dopo i giornali sono stati scaricati e Gigi, rabbuiato in volto, non ha voluto spiegarmi i reali motivi della discussione. Insomma, come se non bastasse la pioggia e il freddo, la giornata non era iniziata nel modo migliore. Ma il meglio(?) ancora doveva venire. Dopo aver messo a posto la merce, il mio amico giornalaio mi chiede di dargli una mano nella conta. Mancava ancora una volta qualcosa. Gigi si annota tutto ed espone i giornali. La vendita inizia. Alle 8 i quotidiani sportivi sono già finiti (la squadra cittadina gioca stasera nelle coppe europee) e Gigi impreca perché ne hanno mandati pochi ma riesce a “sopperire” grazie ad un suo collega, a cui avevano mandato il “triplo” delle copie. Con mio stupore generale ho chiesto a Gigi perché mandassero un numero così striminzito di giornali sportivi e un intero cartone di riviste. Gigi mi manda bonariamente a quel paese perché io la risposta già la sapevo ma ha voluto dire ugualmente la sua:”quei figli di buona donna si prendono continuamente gioco di me. Che me ne faccio io di tutte queste riviste quando poi le regalano al supermercato? Il mio lavoro è ormai ridotto a schiavitù. Gli editori chiedono soldi in anticipo sulla merce e poi “nascondono” le cartoline degli abbonamenti (scontati anche dell’80%) all’interno delle riviste che vendo. Ormai il mio lavoro sembra quasi che sia un volantinaggio, ed in più ci rimetto soldi”. Non c’è dubbio che qualcosa non quadra, ed in verità lo avevo già scritto (leggi qui, qui, qui e qui) e nulla sembra cambiato in 8 mesi. Sono ormai le 9 passate. Tra biglietti per il parcheggio e quelli dell’autobus, transitano dall’edicola parecchie persone. Tutti a dare un’occhio ai giornali ma nessuno (se non pochissimi) ne comprano uno. C’è addirittura chi chiede di poterlo sfogliare un attimo. Novità delle novità ho visto addirittura fare delle foto – magari si leggono la prima pagina in ufficio comodamente gratis.. – ho pensato. Insomma, i clienti, o pseudo tali, pretendono leggere, e cambiare magari 50 euro solo per comprarsi un biglietto del tram. La domanda mi è sorta spontanea. Ma Gigi, quanto guadagni con la vendita dei titoli da viaggio? Gigi mi osserva con stupore e mi mostra le carte contenenti i conti. L’aggio sui titoli da viaggio e sui biglietti per il parcheggio era meno che misero. Non solo. Gigi, così come per i giornali, ne anticipava il costo ed era costretto, a causa del cambio della sede di vendita, ad andare dall’altra parte della città per acquistarli. Fino a poco tempo fa li portava un rappresentante. Ora, con la crisi, bisogna andare a ritirarli, e spesso se ne va quasi l’intera mattinata per andarci. All’edicola di Gigi Sono ormai le 12.30 e piove ancora. Arriva la moglie e porta dei maccheroni al soffritto (piatto tipico) ancora fumante. Gigi mi chiede di sederci in macchina per mangiarlo in santa pace mentre la moglie bada all’edicola. Ma non accetto. Accompagno la moglie all’auto e chiedo a lei di mangiare insieme al marito come due “esseri umani”. Mi dedico io all’edicola per circa un’ora. Tra i pochi clienti che arrivavano ho dato un’occhiata ( e me ne scuso con Gigi) dei conti dell’esercizio. Nell’intero mese di Gennaio fra spese, tasse e crisi, l’edicola di Gigi ha guadagnato circa  700 euro. Un pugno di mosche che se divise per le ore di lavoro svolto, e i sacrifici fatti, corrisponde ad uno stipendio dei paesi in via di sviluppo. Ma noi siamo (o eravamo?) in Italia. E non mi si dica che l’editoria è in crisi. Anche in Francia e Germania è così. Ma almeno lì le riviste non le regalano al supermercato, e nemmeno l’aggio per l’edicolante è così basso….

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