L’apertura di una procedura Ue d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della nuova versione della direttiva ‘Tv senza frontiere’, già minacciata da Bruxelles lo scorso 21 dicembre, è imminente, anche se “il suo ‘timing’ esatto sarà deciso dalla prossima Commissione europea”, che entrerà in funzione a febbraio; la procedura d’infrazione, comunque, non entrerà nel merito del decreto Romani sulla tv e sui servizi Internet, ma consisterà in una semplice ‘messa in mora’ per la mancata notifica del recepimento della direttiva stessa entro la scadenza prevista (19 dicembre 2009).
Lo ha spiegato, a Bruxelles, il portavoce del commissario alle Telecomunicazioni, Viviane Reding, smentendo indiscrezioni di stampa secondo cui nel mirino dell’Esecutivo comunitario vi sarebbero anche diversi aspetti del decreto Romani, adottato dal governo il 17 dicembre scorso, e ora davanti alle Camere.
Alla scadenza dei termini, solo tre paesi avevano recepito la nuova direttiva ‘Tv senza frontiere’, che prevede, fra l’altro, diverse novità in materia di regolamentazione della pubblicità: il Belgio, la Romania e la Slovacchia. Altri quattro Stati membri (Danimarca, Francia, Lussemburgo e Regno Unito) avevano comunicato di aver adottato delle misure pertinenti, ma ancora incomplete, e in una situazione simile, ma senza averne informato la Commissione, si trovavano anche Austria, Germania, Irlanda, Malta e Olanda. In Ungheria, la legge di trasposizione è stata bocciata in Parlamento, mentre in altri paesi è ancora in corso il dibattito politico.
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