La Summer School Ucsi lancia “Giornalismo investigativo ai tempi del Califfo”

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Giornalismo investigativo al tempo del Califfo”. E’ il tema della nuova edizione della Summer School Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) 2016 che si terrà dal 9 all’11 settembre prossimo tra Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna, accreditata anche come corso di aggiornamento per i giornalisti. Una tre giorni di approfondimento sul giornalismo investigativo sul terrorismo come non c’era mai stata prima: direttamente in periferia, nei luoghi dove una delle mafie più potenti e violente è nata e cresciuta: Casal di Principe, nel Casertano. Tra i relatori i maggiori esperti italiani di giornalismo investigativo, antiterrorismo, geopolitica. Tra questi il Procuratore Nazionale Antiterrorismo, Franco Roberti; il Questore della Camera e magistrato in aspettativa esperto di terrorismo islamico, Stefano Dambruoso; il direttore del Centro studi americani, Paolo Messa; l’inviato di guerra del Tg2, Valerio Cataldi; l’inviato di guerra de La Stampa, Domenico Quirico; il Dirigente della Divisione Investigativa della Polizia postale, Carlo Solimene; l’analista Osint Leonardo Reitano; l’inviato de Il Mattino e senatrice Rosaria Capacchione; il regista e autore arabo Hayder Majeed.

La Summer School è promossa dall’Ucsi di Caserta insieme con Agrorinasce, Agenzia pubblica per la legalità, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e gode del patrocinio nazionale della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), il sindacato dei giornalisti italiani; e della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), oltre che dei comuni di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria La Fossa, Villa Literno. “Con la Summer School andiamo direttamente in periferia, come ha suggerito spesso Papa Francesco – spiegano il direttore della Summer School, Luigi Ferraiuolo e l’amministratore delegato di Agrorinasce, Giovanni Allucci – Nel territorio di Casal di Principe nell’ultimo decennio, abbiamo compreso in maniera evidente l’importanza del giornalismo nella lotta alla criminalità organizzata e quindi anche al terrorismo. In tale contesto abbiamo pensato che fosse importante offrire ai giornalisti un momento stabile di confronto e discussione con gli stessi investigatori, i magistrati e i colleghi che si sono distinti per capacità investigativa. Un modo tutto nostro – concludono Ferraiuolo e Allucci – per ringraziare i protagonisti della lotta alle mafie e per investire nel futuro per una società migliore”.

 

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