Editoria

Ucraina, Siae sospende pagamenti a società autori russe

Ucraina, la Siae sospende i pagamenti alle società di autori russe, l’annuncio in una nota del presidente Mogol che ha motivato l’iniziativa come ritorsione contro la guerra in Ucraina da parte di Mosca. L’obiettivo della Siae sarà quello, come si legge in un documento, di esprimere vicinanza al popolo e alle istituzioni ucraine alle prese con il conflitto contro la Russia. Si tratta di un’azione senza precedenti nella storia della società italiana degli autori e degli editori. Che tagliano i fondi ai russi pur dichiarando di sapere che “non hanno alcuna responsabilità”.

Mogol in una nota ha spiegato: “Stiamo vivendo momenti di forte preoccupazione e inquietudine e la speranza di poter affrontare il futuro con maggiore serenità dopo due anni di pandemia sembra davvero affievolirsi. L’attacco della Russia all’Ucraina è ingiustificato e ingiustificabile e mette a rischio i principi di libertà e democrazia in Europa dopo decenni”. Quindi ha stabilito. “In veste di Presidente della Società Italiana degli Autori ed Editori esprimo tutta la mia vicinanza al popolo e alle istituzioni ucraine in queste ore drammatiche”.

Il presidente Siae ha riferito. “Negli ultimi giorni abbiamo riflettuto su cosa Siae avrebbe potuto fare come segnale di solidarietà nei confronti dell’Ucraina e alla fine abbiamo preso la decisione di sospendere il pagamento del diritto d’autore alle società d’autori russe, fino al termine del conflitto, accettando ovviamente la più che probabile sospensione del pagamento dei diritti d’autore a Siae da parte delle consorelle per ritorsione”.

Dunque il presidente Siae Mogol ha affermato. “Siamo consapevoli che è un’azione forte e senza precedenti nella storia recente di Siae. Vogliamo sottolineare però che non si tratta di una presa di posizione contro gli autori e gli editori russi, che non hanno alcuna responsabilità con riferimento a quanto sta accadendo, ma è un’azione con cui vogliamo manifestare la nostra contrarietà a qualsiasi tipo di guerra, peraltro coerentemente con quanto stanno facendo il governo italiano e l’Unione Europea”.

Luca Esposito

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