Twitter dovrà pagare più di 800 milioni di dollari a seguito di una class action. Intentagli da chi ha accusato la società dell’uccellino blu di aver mentito sugli utenti effettivi e il loro coinvolgimento. La notizia è rimbalzata dalla California in tutto il mondo, alla velocità del clic. Così chiuderà una vicenda che è partita da lontano, nel 2016 all’epoca dei primi passi nella quotazione in Borsa.
Come rileva Market Watch, Twitter ha annunciato di aver concluso l’accordo, la multinazionale social dovrà sborsare 809,5 milioni di dollari. Il risarcimento perché la società avrebbe violato una legge risalente al 1934 in materia di sicurezza e trasparenza sulle quotazioni. Avrebbe mentito e ostacolato la trasparenza sui dati reali relativi alle potenzialità del traffico generato. E, anzi, era stata accusata di aver “deliberatamente ingannato gli investitori” sul fronte del coinvolgimento social degli utenti.
La stangata è giunta ma poco male per i conti della società. Che, secondo Variety, può vantare una liquidità che ammonta a circa 4,3 miliardi di dollari. Una cifra spaventosa che rende il quadro nel quale operano le Over the Top del web. La transazione, dunque, sarà un colpo ma potrebbe essere liquidato senza eccessi patemi. La questione però riporta d’attualità il tema del rapporto tra il diritto e le società di internet.
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