Editoria

“Twitter dirige Nyt”: nello sfogo dell’ex redattrice il lato oscuro (e pericoloso) dei social

“Twitter non è nella gerenza del Times, ma di fatto dirige il giornale”. Parole e musica di Bari Weiss che nelle scorse ore si è dimessa dal ruolo di responsabile dei commenti del New York Times. La questione denunciata dalla Weiss è di una semplicità drammatica: non si può più dire nulla che non sia ciò che la vulgata vuol che si dica. Lo scontro interno è tanto acuto quanto imbarazzante, le nuove leve del giornale non vogliono nemmeno sentir nominare la possibilità di lasciare spazio a opinioni e commenti dissenzienti dalla posizione liberal.

Il caso del senatore Tom Cotton è stato francamente imbarazzante. Nella nazione che più di ogni altra ha fatto della libertà d’opinione un vero e proprio fondamento del vivere civile, s’è alzato un polverone perché in un editoriale l’esponente conservatore aveva chiesto l’intervento delle forze armate contro i manifestanti che sono scesi in piazza, talora indulgendo ad atti di violenza nelle maggiori città americane. La pubblicazione del commento del senatore è costata il posto alla responsabile della sezione opinioni, travolta da un fuoco di fila di critiche ferocissime e violente. Un uragano che ha avuto come suo cuore, appunto, Twitter.

Il social nelle scorse settimane ha preso posizione forte contro il presidente Donald Trump. S’è arrogato il diritto di censurare i messaggi dell’inquilino della casa bianca. Non proprio un atto liberale: al di là dei contenuti, infatti, la libertà d’opinione non può essere garantita a fasi intermittenti. E neppure diventare un giocattolo, un contenitore di sole cose che un gruppo vuole sentire e portare avanti. Le opinioni, tutte, sono decisive perché alimentano il dibattito della democrazia. Censurare il dibattito, colpendo duro il pluralismo (diritto costituzionalmente garantito in Italia…ma per quanto ancora?) è un danno alla democrazia. Di cui tutti pagheranno le conseguenze. I social, che hanno monopolizzato gli spazi pubblici della discussione se ne facciano una ragione: hanno voluto la bicicletta del monopolio? E ora pedalino garantendo a tutti la libertà di dire (nel rispetto della legge e basta) ciò che pensano.

AddThis Website Tools
editoriatv

Recent Posts

Usigrai boccia le nomine Rai: “Basta ingerenze della politica”

Usigrai boccia le nomine e incalza la maggioranza di governo. L’esecutivo del sindacato dei giornalisti…

9 ore ago

Il Senato dà l’ok al ddl intelligenza artificiale, esulta Barachini

Il Senato ha dato l’ok al ddl sull’intelligenza artificiale. Una notizia che il sottosegretario alla…

9 ore ago

Entro fine marzo c’è da presentare la domanda per i giornali dei consumatori

Entro il prossimo 31 marzo 2025 è fissata la scadenza per la presentazione della domanda di contributi…

1 giorno ago

I ragazzi passano più tempo sugli smartphone che sui libri

I ragazzi rappresentano una fascia di lettori forti ma gli editori tremano poiché s’è scoperto…

1 giorno ago

Il Foglio lancia il primo quotidiano fatto per intero dall’Ai

Il Foglio Ai. Il giornale ha lanciato il primo quotidiano al mondo fatto direttamente con…

2 giorni ago

Nomine Rai, opposizione senza freni: “Un’occupazione a viale Mazzini”

Le voci su un possibile accordo per le nomine Rai non sono piaciute granché all’opposizione…

2 giorni ago