La storica emittente siciliana Tele D rischia di chiudere i battenti
Sky Italia aveva chiesto l’esclusiva e cinque milioni di sconto sul contratto. Troppo per LtMultimedia (ex SitCom), l’azienda che produce i canali “Marcopolo”, “Alice”, “Leonardo” e “Nuvolari” e che da gennaio e’ stata costretta a scendere dal bouquet di Rupert Murdoch. Una discesa sul digitale terrestre non certo indolore. Sitcom Srl di Valter La Tona – come spiegano Dino Oggiano e Stefano Cardinali, segretari di Slc Cgil di Roma e del Lazio – ha infatti deciso di tagliare drasticamente il proprio personale dipendente avviando una procedura per il licenziamento di 74 lavoratori su 94. “Non c’e’ stata da parte della dirigenza la capacita’ di rilanciare il gruppo Sitcom – lamentano i sindacati – al contrario, alcune iniziative imprenditoriali, come l’operazione Sportitalia, hanno peggiorato una situazione economica gia’ molto compromessa”. Eppure, nemmeno un anno fa, a fine luglio, Valter La Tona con il suo gruppo Lt Multimedia si era aggiudicato a seguito di un’asta fallimentare le attività di produzione televisiva della ex Interactive group che editavano i tre canali Sportitalia conquistando gli lcn 60-61-62. Da subito qualcosa era sembrato non andare per il verso giusto: è seguito uno scontro con la Prs sulla raccolta pubblicitaria (è dovuto intervenire il tribunale di Milano ribadendo che la raccolta pubblicitaria dei canali di Sportitalia spettava alla Prs) fino alla chiusura dei canali Sportitalia a favore di tre canali di sport marchiati “Lt” che poi, a febbraio, sono usciti di scena. Ora Sportitalia sarà di nuovo visibile (per ora sul 153 del Dtt, poi magari arriverà anche l’inserimento nel bouquet Sky) dal 2 giugno, perché nel frattempo a “salvare” la creatura è arrivato il proprietario del marchio, Tarak Ben Ammar, con la sua Prima Tv e un investimento fra i 6 e gli 8 milioni. Sul versante Sitcom invece la mancanza dei soldi di Sky si è fatta sentire. Da qui il passo all’apertura della procedura di licenziamento per l’80% dei dipendenti è stato breve. «Nel confronto sindacale – aggiunge la nota della Slc Cgil – la dirigenza ha comunicato di voler cambiare radicalmente modello industriale e di avere in mente una struttura con pochissimi lavoratori dipendenti cui si affiancheranno gli ex dipendenti licenziati con contratti precari che avranno la durata della singola produzione. I lavoratori che con la loro professionalità hanno costruito negli anni programmi di grande successo (di pubblico e di critica) come Casa Alice, Accademia Montersino, Romanzo Popolare e così via, andranno dunque a casa per lasciare spazio a un nuovo modo di fare televisione».
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