Il servizio pubblico, a fronte dell’offerta di Sky per il rinnovo dell’accordo per i canali RaiSat, in scadenza a luglio, non accetta l’offerta ma non la rifiuta. Il documento fornito ai consiglieri in occasione della discussione, del resto, non prende posizione ma delinea uno scenario che non lascia troppi dubbi. Nel 2012, secondo tale previsione, la piattaforma satellitare di News Corp potrebbe raggiungere la bellezza di nove milioni di abbonati. Se tale “profezia” si avverasse, è evidente che Sky avrebbe la leadership delle risorse e potrebbe strappare alla Rai (e a Mediaset, che nel documento non è mai nominato) star e format che sono punti di forza nell’ascolto della tv pubblica.
Tale previsione appare però fortemente sovrastimata: Sky ha attualmente 4,8 milioni di abbonati e nel 2009 è sostanzialmente ferma, tra nuovi abbonati e disdette che sono cresciute con l’arrivo delle fatture gravate dall’Iva al 20% decisa dal Governo. L’offerta di Sky alla Rai è di 350 milioni per sette anni in cambio del bouquet di RaiSat (escluso Gambero Rosso), più altri 75 milioni in tre anni di acquisto di titoli cinematografici da RaiCinema. A patto, ovviamente, che l’offerta gratuita della Rai per il digitale sia tutta disponibile anche a gli abbonati di Sky.
Secondo il documento, quel 3% di ascolto dei canali generalisti Rai che andrebbe perso “scendendo” da Sky, sarebbe ricuperato immediatamente per un 2% sul digitale terrestre. Il restante 1% di minore ascolto non provocherebbe un analoga perdita di pubblicità. “Scendere” dal satellite è un termine improprio: la Rai può continuare a distribuire la propria offerta satellitare gratuita, pur uscendo dalla numerazione della piattaforma di News Corp.
Quanto ai destini di RaiSat, in caso di rottura della trattativa Rai-Sky (tutt’altro che da escludere), i canali attualmente distribuiti a pagamento dalla piattaforma satellitare diverrebbero gratuiti sul digitale terrestre. Con qualche cambiamento, ad esempio con un solo canale di film e di fiction rispetto ai due attuali. Non è chiaro se, in questo caso, la Rai rispetterà ancora il limite di legge del 20% dei programmi digitali. Il documento dà per scontato che la Rai mantenga l’attuale livello di risorse pubblicitarie.
Il presidente Paolo Garimberti ha posto tre questioni: la prima, richiesta anche da Giovanna Bianchi Clerici, è che si chiarisca in modo definitivo la questione degli obblighi imposti alla Rai dal contratto di servizio sulla neutralità tecnologica. Punto sul quale il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha ieri precisato: «La Rai ha un obbligo di presenza su ogni piattaforma ma non su tutte: per quel che riguarda il satellite spetta all’azienda scegliere quale sia la più indicata». Non a caso, dal primo giugno saranno sui banconi dei punti vendita di elettronica i decoder di TivùSat, la nuova piattaforma satellitare che ha come soci di controllo Rai e Mediaset.
La seconda questione posta da Garimberti è scongiurare qualsiasi pericolo di “nero” agli abbonati Rai su una piattaforma trasmissiva. La terza è quella di far attenzione al contesto e, in particolare, alle scelte degli altri operatori, Mediaset in testa. Il gruppo commerciale è a sua volta orientato a lasciare Sky con i suoi canali generalisti; però ha lanciato da pochi mesi un nuovo canale proprio su Sky (Mediaset Plus) e, soprattutto, dovrà cercare un’intesa con gli uomini di Rupert Murdoch sulla “madre di tutte le battaglie”. Quella che si aprirà dal campionato 2010-2011 sui diritti collettivi del campionato, da vendersi piattaforma per piattaforma. In ballo vi sono 900 milioni di euro a stagione. (Ilsole24ore.com)
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