Sono attese per domani le conclusioni della Commissione Copé sul futuro della Tv pubblica francese senza pubblicità. La Commissione ha l’obbiettivo di studiare soluzioni di finanziamento alternative alla pubblicità e le conclusioni saranno poi consegnate al presidente Nicolas Sarkozy. La Commissione, costituita da professionisti e rappresentanti parlamentari di destra e sinistra, si è riunita ogni settimana, ascoltando le varie organizzazioni sindacali dei dipendenti dell’audiovisivo pubblico che temono le difficoltà legate alla mancanza degli introiti provenienti dalla pubblicità.
Domani l’intersindacale ha indetto uno sciopero di 24 ore con una manifestazione che si terrà davanti alla Bastiglia. L’Associazione dei giornalisti di France 2 ha sottolineato come “l’esistenza stessa dell’azienda sarebbe in pericolo” se non sarà trovata una fonte di finanziamento “perenne” altrettanto cospicua. I fondi derivanti dai ricavi pubblicitari ammontano a circa 800 milioni di euro all’anno, un terzo delle risorse di France Televisions.
Stando ai dati, pubblicati ieri su Parisien/Aujourd’hui, il 56% dei francesi si dichiara “pessimista” sul futuro dell’audiovisivo pubblico senza pubblicità. Solo il 6%, come era prevedibile, sarebbe a favorevole a un aumento del canone e il 5% a una tassa sull’elettronica di largo consumo. Ma Sarkozy aveva già da subito scartato l’ipotesi di un aumento del canone – al momento 116 euro l’anno -, anche se il presidente potrebbe decidere per un’indicizzazione rispetto al tasso di inflazione. Il canone in Francia, uno dei più bassi d’Europa, non subisce aumenti dal 2002.
Tra le ipotesi considerate dalla Commissione Copé, c’è anche quella di una tassa sui proventi pubblicitari delle tv private, degli operatori internet e delle telefonia mobile. Ma per saperne di più bisognerà aspettare. L’unica certezza, al momento, è che dal settembre 2009 si comincerà a eliminare gli spot per arrivare alla soppressione totale nel gennaio del 2012.
Dal punto di vista dei contenuti, la Commissione ha proposto una riorganizzazione di France 3, riducendo il numero delle antenne regionali a sette contro le attuali tredici. Si sta, infatti, pensando a “revisione completa” delle modalità di finanziamento di France 3. Misure sulle quali non è d’accordo il presidente di France Télévisions, Patrick de Carolis, che nell’incontro avuto con il presidente della Commissione, Jean-François Copé, ha chiesto misure supplementari. Secondo de Carolis, sarebbe preferibile poggiarsi sulla forza della rete France 3, per sviluppare una televisione che faccia più posto all’informazione e allo sport. Tutto mantenendo l’attuale organizzazione. Il presidente della Tv pubblica ha inoltre chiesto finanziamenti continui e supplementari per assicurare competitività e sviluppo delle reti televisive statali.
In ogni caso il progetto manterrà l’identità degli attuali canali: France 2 è la rete ammiraglia, con una programmazione generica, diversificata e destinata al pubblico francese nel suo insieme; France 3 è la rete dedicata alle regioni; France 4 si rivolge soprattutto ad un pubblico più giovane attraverso programmi su cinema, finzioni, animazioni, spettacoli dal vivo e documentari; France 5 è la rete del “sapere”, ha la missione di mandare in onda programmi a carattere soprattutto educativo.
Fabiana Cammarano
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