Un emendamento alla legge di stabilità allunga la vita delle 76 emittenti locali le cui frequenze sono soggette ad interferenze con quelle di paesi esteri. Il termine per la liberazione dei canali è stato prorogato di quattro mesi. La proroga dà seguito alle dichiarazioni del sottosegretario Antonello Giacomelli, il quale aveva escluso l’avvio di procedure coattive per la liberazione dei canali. Parzialmente soddisfatte le richieste di Aeranti-Corallo, che aveva invocato una proroga di sei mesi. Ma la situazione resta critica per il futuro delle tv locali. La politica cerca a parole una soluzione condivisa, ma nei fatti è condizionata dalle richieste dell’Europa e dell’Itu, finalizzate ad un riordino dello spettro. La consultazione pubblica sulle problematiche interferenziali sarà aperta fino al 10 dicembre, ma difficilmente approderà a soluzioni soddisfacenti per le tv locali.
I rimedi al vaglio dell’Esecutivo
Gli emendamenti confermano l’intenzione di puntare sulla realizzazione di consorzi tra le emittenti. In tal modo alcune frequenze si liberebbero e altre verrebbero sfruttate meglio. E’ una misura corretta per lo sfruttamento della capacità trasmissiva, ma che presenta diversa problemi di attuazione. L’Esecutivo si concentra maggiormente sui risarcimenti. Le modifiche alla norma prevedono un aumento degli indennizzi da corrispondere agli operatori. Si passa da 20 a 51 milioni di euro. Risorse aggiuntive che rendono più funzionale la soluzione compensativa. Gli indennizzi restano, però, indigesti alle emittenti locali, che si vedono private di spazi assegnati loro per un periodo ventennale. Una novità assoluta riguarda le frequenze non assegnate nella procedura competitiva di qualche mese fa. Saranno effettivamente concesse in uso alle tv locali, ma alla gara parteciperanno gli operatori di rete. Spetta all’Agcom l’incarico di avviare la procedura per l’assegnazione delle frequenze per la messa a disposizione della capacità trasmissiva a fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale.