Con lo spegnimento di alcune frequenze interferenti nella zona adriatica si è per certi versi raggiunto anche il clou della tensione fra una parte del mondo delle tv locali e il Governo. Andando per ordine, tutto parte dalla redistribuzione delle frequenze i cui passaggi sono stati messi nero su bianco nell’ ultima legge di Bilancio. Con il comma 1030 viene aperto l’ ampio capitolo, collegato a doppio filo al tema dello sviluppo del 5G, delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre. La pianificazione viene attribuita all’ Agcom che dovrà adottare il Pnaf (Piano nazionale di assegnazione delle frequenze) 2018 entro il 31 maggio. Il Pnaf non prevederà quindi le frequenze della banda 700 che saranno destinate alla banda larga mobile, ma le frequenze in banda 470-694 MHz Uhf (dal canale 21 al 48) e le frequenze Vhf. Il Piano nazionale delle frequenze che sarà messo a punto da Agcom, segnalerà il punto di arrivo a regime. Entro il 30 giugno con decreto del Mise sarà sviluppata la roadmap di liberazione delle frequenze, con un’ azione che sarà condotta per aree geografiche successive e che inizierà nel 2020 dal momento che la Francia ha previsto di utilizzare per il 5G la banda 700 in Corsica e Costa Azzurra, con la conseguente necessità di evitare che tutto questo sia causa di interferenze.
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