L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni propone un nuovo piano nazionale delle frequenze per sostituire i piani regionali fin qui fatti nelle aree in cui lo switch off è già avvenuto e per mettere ordine nell’etere, individuando univocamente le frequenze del dividendo digitale da mettere a gara con il prossimo beauty contest. Ma le tv locali non ci stanno perché il piano favorirebbe in maniera evidente le emittenti nazionali, riservando loro le frequenze a maggiore copertura del territorio. Risultato: circa quattro frequenze ora attribuite alle emittenti locali in ciascuna regione, passerebbero alle nazionali.
Se il piano dovesse essere approvato, le tv locali promettono una serie di ricorsi al Tar. Un altro problema da risolvere è la posizione sul telecomando. Alcune emittenti richiedono di avere un posto anche nelle prime 10 posizioni, nello schema riservate ai canali nazionali. Il ragionamento è che sull’analogico a queste emittenti (vedi Videolina e Sardegna 1 in Sardegna) era stato destinato spontaneamente dai telespettatori un posto dal 7 al 10. E il posizionamento influisce sull’audience.
(Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
La Fnsi e le Assostampa regionali plaudono alle parole di Giorgia Meloni che apre all’equo…
Alla conferenza di fine, anzi ormai di inizio anno, Giorgia Meloni parla del suo rapporto…
L’Usigrai va a congresso e non perde occasione di punzecchiare governo, politica e i vertici…
Ieri pomeriggio un volo proveniente da Teheran ha riportato in Italia Cecilia Sala, la giornalista…
A proposito di libertà di stampa e nuovi padroni del vapore, sentite questa: il Washington…
Il passo indietro di Mark Zuckerberg dimostra che, in fondo, nemmeno i giganti del web…