Nel 2010 il sistema televisivo
italiano è cresciuto
del 4,5% in termini di
risorse, per un totale di 8,97 miliardi di euro, e si consolida
in una tripartizione delle
stesse tra Rai, Mediaset e Sky.
Per contro i ricavi complessivi
dell`editoria sono calati della stessa
percentuale, -4,5%, arrivando
ai 6,9 miliardi contro i 7,2 di un
anno prima. A gravare sui conti
non è stata la pubblicità, il cui
saldo nei ricavi è rimasto sostanzialmente
stabile a 3,16 miliardi
di euro, quanto il calo nelle copie
(-6,3% di fatturato, 3,2 miliardi) e
dei collaterali (-22%, 389 milioni
di euro). Lo dice la relazione annuale
dell’Agcom, l’Autorità per
le garanzie nelle comunicazioni,
al Parlamento illustrata ieri alla
Camera dal presidente Corrado
Calabrò.
C’è però un dato che resta a
vantaggio dei quotidiani. Se la
centralità della tv nel panorama
informativo è infatti indubitabile, visto che il 90% degli individui la
predilige come mezzo per informarsi
sui fatti nazionali, i
quotidiani resistono all’ondata di Internet. Sono preferiti
dal 52%, mentre quest’ultimo
è usato soltanto dal 17,8%
degli italiani per informarsi
sui fatti nazionali. Seguono la
radio con il 15% e i periodici con
il 6,9%.
Andrea Secchi (Italia Oggi)
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